01 settembre 2023

“Buy British”: la campagna che piace al Governo inglese

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Come riportato di recente dal quotidiano inglese The Telegraph, la lettera aperta firmata dal deputato conservatore Luke Evans che esorta i supermercati britannici a creare una sezione “Buy British” nei loro siti web ha già più di 110 firmatari.

Lee Anderson, il vicepresidente dei conservatori, e Graham Stuart, il ministro inglese per il clima, sono tra i conservatori che hanno firmato la lettera in cui si chiede ai retailer di indirizzare gli acquirenti verso i prodotti alimentari di produzione interna, nel tentativo di rilanciare l’economia e ridurre l’impronta di carbonio del Regno Unito.

I parlamentari sostengono che il cambiamento potrebbe essere attuato “con un semplice clic del mouse” e una fonte governativa ha dichiarato al giornale che i ministri sostengono “un’azione guidata dall’industria” per “aiutare i clienti a comprare inglese dove è possibile”.

Secondo l’articolo, la maggior parte dei grandi supermercati non ha ancora online una sezione dedicata per invitare i clienti ad acquistare l’assortimento britannico.

La presidente della Nfu – National Farmer’s Union of England and Wales, Minette Batters, ha detto al Telegraph che è stato “fantastico vedere i parlamentari sostenere l’iniziativa Buy British, perché da anni chiediamo alla Gdo di impegnarsi a segnalare i prodotti britannici”.

E ha aggiunto che il sostegno politico e pubblico al settore inglese è “più importante e più apprezzato che mai”.

Prime reazioni

Un portavoce di Sainsbury’s ha dichiarato: “I nostri articoli di provenienza britannica sono indicati in diversi modi, compresi i filtri di categoria e le bandierine sui prodotti. Adattiamo costantemente il nostro sito web per riflettere il modo in cui i nostri clienti acquistano online e aiutarli a trovare i prodotti che stanno cercando”.

Intanto, Ocado ha fatto sapere: “Essendo rivenditori esclusivamente online, possiamo essere davvero agili e precisi con le informazioni che condividiamo, quindi quando i prodotti freschi sono di stagione, aggiungeremo anche British al titolo del prodotto sul sito”.

Un esperimento che sulle fragole made in UK funziona già da un po’.

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