La campagna delle fragole di Coop Sole è iniziata in maniera molto positiva grazie all’autunno mite che ha favorito un sostanzioso aumento della produzione nel segmento precoce e che ha permesso alla Coop Sole di Parete (Caserta) di fare fronte alla crescita della domanda di fragola italiana dai mercati del Nord Europa.
Pietro Paolo Ciardiello, direttore della cooperativa, ricorda: “La collaborazione con Nova Siri Genetics è iniziata subito, quando è stata fondata nel 2005. In quegli anni la varietà più diffusa era Sabrina, poi abbiamo provato Melissa e si è dimostrata subito una varietà adatta alle nostre esigenze. Tanto che ora copre 100 dei 200 ettari della produzione di Coop Sole”.
I motivi del successo
Con il suo ciclo lungo, Melissa riesce a coprire nel Casertano i primi sei mesi dell’anno e il suo successo commerciale dipende da diversi fattori. Certamente dalle buone caratteristiche organolettiche e dalla lunga shelf life ma a Pietro Ciardiello preme sottolineare anche la resistenza in campo, resistenza che la rende particolarmente adatta alla produzione biologica. “E’ una pianta rustica che si sposa con la nostra volontà di ridurre la chimica in campo, perché è una fragola buona e resistente alle malattie e i nostri produttori che sono 100% a lotta integrata ora la conoscono bene e ne sono molto soddisfatti; riescono a produrre a residuo zero senza la presenza di fitofarmaci”.
Il successo commerciale di Coop Sole è quindi frutto di un percorso verso la sostenibilità che viene da lontano e che incontra sempre di più le esigenze del mercato; un percorso fatto di scelte precise che ha trovato in Nova Siri Genetics un alleato strategico e un partner che conosce bene il territorio e le condizioni dell’areale produttivo del Casertano.
La fragola è stata a lungo considerata una coltura che richiede l’utilizzo di molta chimica ma l’innovazione varietale e le tecniche colturali hanno cambiato radicalmente il paradigma. “Non solo con la produzione biologica, in generale tutta l’evoluzione del comparto (che ha portato la fragola di origine italiana sulle nostre tavole per sei mesi l’anno) ha reso le fragole uno dei prodotti più sicuri – spiega il direttore della Coop Sole – Il passaggio dalla coltura in pieno campo alle serre ha permesso infatti di avere fragole che praticamente non toccano mai il terreno, protette dalle serre con buona ventilazione, e questo ha permesso di risparmiare molti dei trattamenti funginei. Le coltivazioni fuori stagione hanno ridotto l’impatto delle condizioni climatiche e delle malattie”.
Si può fare ancora meglio
E l’impatto ambientale della fragola può diminuire ancora. La cooperativa Coop Sole ha installato un campo di prova fuori suolo dove sta testando 20 cultivar e una tecnica di produzione che in qualche anno potrebbe trasferire ai soci, con una standardizzazione della qualità del prodotto durante tutto il periodo di produzione. Con il controllo maggiore della produzione permesso da questi sistemi sarà possibile ridurre drasticamente il consumo di acqua, utilizzare meglio il terreno quindi ottimizzare l’utilizzo dei prodotti di supporto alla crescita e i rischi di malattia.
“La sostenibilità ambientale che da sempre ricerchiamo sposa in questi sistemi la sostenibilità sociale. Infatti, oltre agli enormi vantaggi in termini ambientali e di mercato, questo tipo di percorso migliorerà le condizioni della manodopera alla raccolta”, dice Pietro Ciardiello parlando del fuori suolo, non dimenticando la sostenibilità economica: “Sono impianti che richiedono un investimento iniziale importante, ma sono investimenti pluriennali che possono essere ammortizzati negli anni attraverso un risparmio notevole dei costi e dello spreco. Questi sistemi sono destinati a rivoluzionare il mercato della fragola”.
Se questi sistemi rivoluzioneranno il segmento premium della fragola o invece creeranno un nuovo standard di sostenibilità sarà il mercato a dirlo.