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19 settembre 2024

Panico in Emilia-Romagna: esondazioni, frane e sfollati

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Sono ancora in attesa dei ristori per i danni causati dall'alluvione del maggio 2023 ma a causa del ciclone Boris hanno di nuovo dovuto calzare gli stivali di gomma e stanno combattendo nel fango. Tremano ancora gli imprenditori agricoli emiliano-romagnoli. 

Seppure per l'agricoltura il bilancio venga stimato meno pesante rispetto all'anno scorso, quando si era in piena stagione produttiva, questo nuovo evento climatico estremo, concentrato soprattutto tra Romagna e Bologna con oltre 1.000 sfollati e due dispersi, può aggravare una situazione già fragile per il comparto. 

Esondazioni, allagamenti, frane e sfollati

La cronaca: si ripete il copione del maggio scorso tra Bologna, Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini. L'emergenza è  continua. Le autorità che hanno chiuso le scuole e invitato i cittadini, quindi compresi gli agricoltori, ad evitare gli spostamenti. Ci sono paesi di collina isolati. 

Questi i fatti: sono tracimate le acque dai fiumi Marzeno e Lamone che hanno invaso Faenza, quelle del Senio a Castel Bolognese  in provincia di Ravenna, a Modigliana, in provincia di Forlì-Cesena, è stata intensa la piena del torrente Tramazzo

A fine mattinata il sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha scritto sul suo profilo Facebook: "La rottura dell’argine del Lamone in località Traversara a Bagnacavallo ha determinato una fortissima situazione di pericolo in tutto il territorio a nord del Lamone sia nel territorio del comune di Bagnacavallo che nel territorio del comune di Ravenna". E qui si contano due dispersi. 

Frutteti allagati, aziende isolate

Sul fronte agricolo il monitoraggio è portato avanti dalle associazioni di categoria. Coldiretti Emilia Romagna parla di enormi disagi: "Sono già stati segnalati molti ettari di seminativi e frutteti allagati e diverse strade collinari interrotte per frane. Le piogge incessanti degli ultimi tre giorni, hanno portato alla rottura degli argini. Ci sono aziende isolate dalle frane in collina e poderi sommersi in pianura fra la Romagna e la provincia di Bologna".

Più nel dettaglio: "A Ravenna frutteti sottacqua nel lughese e nel faentino, dove il Lamone è tracimato a Borgo, Russi e Bagnacavallo, mentre il Senio ha rotto gli argini a Cotignola. Per quanto riguarda la provincia di Bologna, nella zona di Imola il Sillaro ha rotto gli argini nello stesso punto del 2023 inondando di nuovo la zona dei Sassatelli. Nella zona di Budrio si segnala la rottura dell’argine del fiume Idice nella zona di Vedrana, all’altezza del Ponte della Motta. Allagata anche Selva Malvezzi, nel Comune di Molinella". 

Questi il primo monitoraggio a crisi ancora in corso e in fase di gestione. "Una prima conta dei danni verrà attivata -  ha detto il direttore regionale di Coldiretti, Marco Allaria Olivieri - appena le condizioni lo consentiranno”. 

in campo anche i tecnici di Confagricoltura: "Colpito gravemente il comparto agricolo: vigneti e frutteti sommersi, con alberi carichi di frutti ancora da raccogliere (uva, pere, mele, kiwi, ecc.), oltre alle orticole in campo in particolare le varietà tardive del pomodoro da industria e le barbabietole da zucchero".

Interventi sui fiumi

Il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini interviene su gestione delle acque, manutenzione degli alvei fluviali e costruzione delle opere di bonifica. "Sempre le stesse zone finiscono sott’acqua ogni volta che piove copiosamente: non è possibile - osserva Bonvicini – urge un serio studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d’acqua naturali e artificiali". 

La voce di una imprenditrice: "Timore per le piene"

Anna Maria Minguzzi, l'imprenditrice ravvenate che nel maggio scorso aveva denunciato la mancanza di sostegni alle imprese agricole, ha detto a myfruit.it: " Qualche campo allagato pesantemente ad Alfonsine. Se si ferma qui direi che è contenuto il danno, il mio timore è per le piene, la preparazione dei terreni per le prossime semine e soprattutto per chi ha ancora l’uva da raccogliere".

Le persone con i piedi in acqua, il Governo attacca la Regione

Inevitabile e scontata la polemica, ma questa volta con le persone ancora in acqua e a pioggia battente. Il Governo ha accusato la Regione, a novembre si a votare e non un particolare secondario, con toni duri:"Non tutto il denaro a disposizione è stato speso e non perché non ci sia stata programmazione, ma perché dall'altra parte non sono ancora state definite richieste, procedure e pianificazione di chi per legge deve intervenire. I piani speciali sul territorio li redige il commissario, ma li realizza l'ente Regione". Parole del ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci.

Non è mancata la risposta di Elly Schlein segretaria del Pd: "La destra di governo si è messa subito a fare sciacallaggio politico per fini elettorali. Giorgia Meloni aveva fatto, più di un anno fa, una inutile passerella con gli stivali nel fango a promettere 100% di ristori a famiglie e imprese che non sono mai arrivati". 

Secondo un report della Regione questi i numeri degli interventi previsti: "130 sono stati completati, 158 quelli in corso e 114 in progettazione". Un terzo delle opere  previste (grosso modo) sono state portate a termine,  un terzo deve essere completato e l'ultimo terzo è da completare la progettazione. 



Notizia in aggiornamento



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