All'avvio della nuova programmazione del piano strategico nazionale della Pac si rischia una trappola per il bio: un codicillo temporale potrebbe rendere inaccessibili i finanziamenti per molte nuove imprese che hanno deciso di scommettere sul futuro green dell'agricoltura italiana”. Parole dei presidenti di FederBio ed Aiab, le due associazioni di rappresentanza del settore biologico, che lo scorso 14 dicembre hanno inviato una lettera al ministero dell'agricoltura e per conoscenza agli assessori regionali all'agricoltura.
Scadenze inopportune
“Abbiamo voluto evidenziare – spiegano i presidenti – che fissare una scadenza al 31 dicembre per la presentazione delle notifiche biologiche, in un quadro di totale incertezza, sarebbe stato assolutamente inopportuno e controproducente per il conseguimento degli obiettivi del piano strategico per la Pac, nel quale è previsto che, entro il 2027, i terreni coltivati con metodo di produzione bio devono arrivare al 25% della superficie agricola totale nazionale. Infatti, tale imposizione avrebbe limitato fortemente l'accesso di nuove realtà agricole che in questo periodo stanno valutando le informazioni sulla nuova Pac al fine di programmare le proprie scelte future”.
“Il ministero – aggiungono – a tal riguardo ha attivato una serie di interlocuzioni con gli uffici della Commissione Europea, che auspichiamo diano quanto prima un esito positivo con una proroga dei termini di presentazione delle notifiche biologiche. Le associazioni sono determinate nel continuare a fare pressione fino a quando non sarà trovata una soluzione. La crisi economica dovuta al caro energia e la lotta contro il cambiamento climatico richiedono scelte politiche coraggiose che tengano conto dell'importanza della riconversione green nell'ottica di semplificazione degli iter burocratici e come è stato più volte ribadito da Aiab e FederBio il biologico è uno strumento importantissimo per l'uscita dalle crisi del comparto agricolo. Sarebbe stato assurdo che un cavillo burocratico fermasse la crescita dell'agricoltura biologica nazionale”.
Fonte: Aiab e FederBio