Addio a oltre 100 milioni di piante di frutta in Italia negli ultimi 15 anni con la scomparsa che riguarda tutte le principali produzioni, dalle mele alle pere, dalle pesche alle albicocche, dall’uva da tavola alle ciliegie, dalle arance alle clementine mentre in controtendenza tengono solo il cedro e il bergamotto. E’ quanto emerge dall’analisi presentata in occasione della giornata nazionale degli alberi che si festeggia oggi, 21 novembre, per valorizzare il patrimonio arboreo italiano.
“Una vera e propria strage che – sottolinea la Coldiretti – sta provocando la desertificazione dei territori nelle regioni italiane con drammatici effetti sui consumi nazionali e sul clima, l’ambiente, il paesaggio e la salute degli italiani”. Complessivamente la superficie italiana coltivata a frutta si è ridotta a 560mila ettari con la perdita di oltre 100mila ettari rispetto a 15 anni fa con conseguenze sul primato produttivo nazionale in Europa che si estende dalle mele alle pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle castagne fino al cedro e al bergamotto.
La situazione peggiore si registra sulle arance, con 16,4 milioni di alberi abbattuti, sulle pesche, che accusano la scomparsa di quasi 20 milioni di piante, e sull’uva, per la quale mancano all’appello 30,4 milioni di viti, secondo la stima Coldiretti.
Pesante anche la situazione per nettarine e pere: sono spariti rispettivamente 14,9 milioni e 13,8 milioni di piante. Un trend pericoloso anche dal punto di vista ambientale con degrado e all’abbandono che favorisce le alluvioni e le frane. A preoccupare è anche l’impatto climatico: le coltivazioni, come le foreste, possono generare benefici ecosistemici che non sono solo la rimozione di CO2 ma, ad esempio, il miglioramento della biodiversità e della qualità dell’aria, secondo un’analisi di Rete Clima.
A pesare è l’impennata dei costi di produzione che ha colpito tutte le fasi dell’attività aziendale ma anche i cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi che hanno decimato i raccolti. A causa del surriscaldamento sono arrivati parassiti alieni, che si sono accaniti sulle produzioni nazionali, dal cinipide galligeno che ha decimato le castagne alla Tristeza degli agrumi, fino alla cimice marmorata asiatica.
Fonte: Coldiretti