18 marzo 2024

Aglio italiano, il punto di Ismea

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Una fotografia sull’Italia dell’aglio è stata scattata da Ismea lo scorso 14 marzo in occasione dell’incontro del gruppo di contatto internazionale a cui hanno preso parte le delegazioni francese, spagnola e italiana.

Nel corso dei lavori Ismea ha infatti fatto il punto sulla produzione e sul mercato dell’aglio in Italia, nonché focalizzato l’attenzione sulle importazioni dell’Ue dai paesi terzi.

La produzione italiana

Le principali aree di produzione in Italia si trovano in Campania (in particolare nelle provincie di Avellino e Caserta), in Emilia Romagna (con Ferrara e Piacenza in testa), in Veneto (Rovigo) e in Abruzzo (Sulmona).

Quanto alla filiera, circa la metà della disponibilità di aglio proviene dalla produzione interna (48%), il restante 52 dalle importazioni. L’88% dei volumi è destinato al consumo interno, il 12% viene esportato. Non sono rilevabili i quantitativi di aglio destinati all’industria di trasformazione.

Nel 2023, nel complesso, sono state raccolte 26.732 tonnellate, un dato al ribasso rispetto alle annate precedenti: nel 2022 furono raccolte 27.872 tonnellate, nel 2021 28.664 e nel 2020 27.966.

I consumi

l’Italia, nel 2023, ha registrato un consumo pro-capite annuo di 0,821 chilogrammi (nel 2022 0,751, nel 2021 0,811), il che significa un consumo apparente di poco meno di 48.500 tonnellate e pertanto, considerando anche le esportazioni, ogni anno viene importata circa la metà del proprio fabbisogno di aglio.

I principali Paesi da cui l’Italia importa aglio sono Spagna (68%), Paesi Bassi (14%), Slovenia, Francia ed Egitto. Ma non si dimentichi che il primo Paese esportatore di aglio al mondo è la Cina.

E, infatti, i Paesi Bassi per lo più riesportano il prodotto cinese.

Le esportazioni

L’Italia è anche un Paese esportatore di aglio (nella classifica mondiale è al 13esimo posto dopo Egitto e Francia), circa 25-33% della produzione nazionale arriva su altri mercati, in particolare Germania (38%) e Austria(13%).

Quanto ai prezzi, nel 2023 l’aumento dei listini al dettaglio del prodotto confezionato è stato molto contenuto, +3% rispetto al 2022. Il prezzo medio dell’aglio italiano è 7,96 euro al chilo. Anche nel 2022 il prezzo al dettaglio non era variato in maniera significativa rispetto all’anno precedente (+0,2%), evidenziando un andamento anticiclico rispetto alla forte fiammata inflattiva che ha interessato i prodotti alimentari in Italia ed Europa.

Il prodotto Dop

La situazione fuori dai confini italiani

La Cina è il principale esportatore mondiale di aglio con due milioni di tonnellate esportate ogni anno e una quota dell’80% del mercato mondiale. I Paesi Bassi sono il principale sbocco di mercato dell’aglio cinese nell’Unione Europea. Questi ultimi, infatti, riesportano negli altri Paesi europei la gran parte delle 35mila tonnellate importate dalla Cina.

La Spagna è il secondo esportatore mondiale di aglio con una quota in volume di circa il 6% rispetto al mercato globale. Tra i principali sbocchi dell’aglio spagnolo ci sono Germania, Usa, Italia, Regno Unito e Francia.

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