Mancano solo le cavallette, purtroppo presenti nell'isola gemella di Sardegna, nei campi siciliani dove si fa il pieno di flagelli. Un piccolo elenco, facile da condividere con quelli di altre regioni italiane, dove si leggono soprattutto i costi di produzione fuori controllo e le condizioni climatiche avverse. Il caro materie prime e l'inflazione si sommano ai danni che si stanno registrano in questi giorni per le alte temperature.
Avanza il deserto
“Sono le temperature più elevate degli ultimi 60 anni e stanno creando danni irreversibili alle produzioni e al territorio, preda di incendi devastanti che rendono più povero un paesaggio reso simile in alcuni punti ad aree desertificate. I territori della piana di Catania, Siracusa fino a Ragusa sono quelli più colpiti”. A lanciare l’allarme il presidente Francesco Favata e il coordinatore di giunta Giosuè Catania, rappresentanti di Cia Sicilia Orientale.
Questo il tema dell'associazione degli imprenditori agricoli che ” vuole tenere alta l’attenzione sulle emergenze per sollecitare le istituzioni a qualunque livello affinché si trovino soluzioni adeguate per scongiurare la chiusura di migliaia di aziende agricole e per garantire un reddito dignitoso alle imprese agricole e la garanzia dell’occupazione”.
Pronti alla mobilitazione
Gli agricoltori dichiarano lo stato di agitazione e sono pronti alla mobilitazione unitaria “chiamando i governi ad assumersi per intero le proprie responsabilità. L’agricoltura ormai vive un dramma irreversibile se non si interviene con misure chiare e forti nei confronti delle imprese agricole”.
Più nel dettaglio: “Va fermata ogni forma di speculazione – sottolineano i due rappresentanti – dal gasolio agricolo (che nonostante il prezzo del barile sembri a volte conveniente, il consumatore lo paga con un ricarico esorbitante) a concimi e fertilizzanti. Costi di produzione ormai alle stelle e prodotti al consumo che stentano ad essere venduti. A questo si aggiungano la cattiva gestione dei Consorzi di Bonifica e la incapacità nella distribuzione dell’acqua dovuta anche a una rete di distribuzione vecchia ed inadeguata, la mancata messa in sicurezza del territorio, oltre che alla urgenza di programmare l’uso dei fondi europei e nazionali”. Va bene le calamità naturali, ma a queste si sommano tante problematiche causate dalla cattiva amministrazione.
Finale disperato degli imprenditori: “Molte imprese agricole soffrono condizioni di stress di liquidità e hanno bisogno di un supporto da parte delle istituzioni per poter superare il difficile momento ed essere pronte ad affrontare la fase della ripartenza che tutti auspicano avvenga nel più breve tempo possibile. Sono criticità ormai strutturali ed infrastrutturali che vanno sicuramente affrontati con un cambio di passo rispetto al passato”.
Fonte: Cia Agricoltori Italiani