Il suo nome Dora è stato scelto per l’inconfondibile colore bronzeo-dorato della sua buccia. È la nuova varietà di mela nata dal lavoro di selezione dei ricercatori dell'Università di Bologna. Una varietà distintiva non solo per il colore della buccia ma anche per polpa croccante e succosa e per il sapore dolce-acidulo che la rende particolarmente fresca e piacevole.
Debutto a Berlino
Dora (MD02UNIBO*), che sarà lanciata ufficialmente sul mercato alla fiera Fruit Logistica di Berlino (5-7 febbraio), è una mela rugginosa frutto del programma di breeding dell’Università di Bologna.
Ulteriormente valutata a partire dal 2019 a Moissac, in Francia, oggi è coltivata su più di dieci ettari dall’azienda Rispe e dal vivaio Escande, licenziatari della nuova varietà per l’Europa.
Caratteristiche uniche
“Abbiamo subito riconosciuto le caratteristiche eccezionali di questa varietà e ci siamo messi al lavoro per assicurare la sua migliore diffusione e valorizzazione verso il mercato e la società”, sostengono i costitutori Roberto Gregori, Stefano Tartarini e Silviero Sansavini del Dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna.
Gli anni di valutazione sulla nuova varietà hanno infatti evidenziato le sue ottime potenzialità: elevata qualità agronomica, elevata produttività, rusticità e buona resistenza alle principali malattie. A queste caratteristiche si aggiunge l’ottima conservabilità: raccolta a fine settembre, Dora può essere conservata per più di sei mesi in atmosfera controllata. Queste caratteristiche, insieme ad un aspetto e a un gusto distintivo, fanno di Dora una varietà particolarmente interessante dal punto di vista produttivo e commerciale.
Facile da coltivare
"È una varietà eccezionale, ideale per i produttori grazie alla facilità di coltivazione, alla resistenza e alla produttività - aggiunge Sébastien Rispe, dell'azienda Rispe - È anche molto succosa e croccante, qualità che soddisfano le aspettative del mercato per le mele rugginose".
Dora si conferma quindi una varietà interessante e distintiva che, già a partire da quest’anno, vedrà un importante piano di sviluppo.
Fonte: Università di Bologna