A quasi due mesi dai fenomeni alluvionali che hanno colpito il bolognese e la Romagna Cia-Agricoltori Italiani Imola ha fatto il punto sui danni in base alle 230 segnalazioni di allagamenti, frane e smottamenti delle aziende agricole associate. Si tratta di una stima, perché parte dei terreni sono ancora ricoperti da uno spesso strato di limo e fango e le frane non si sono ancora fermate, ma finora la superficie investita a produzioni erbacee danneggiata è di circa 1000 ettari, di 200 ettari quella coltivata a colture arboree e poco più di 230 quella a vite. In totale, dunque, solo le aziende di Cia Imola hanno visto danneggiati 1.500 ettari, ai quali vanno sommati quelli segnalati e raccolti dalle altre associazioni di categoria. Poi ci sono i danni, ancora da quantificare in maniera chiara, ai mezzi agricoli, alle infrastrutture produttive, dalle serre ai capannoni, e naturalmente alle abitazioni.
Danni che secondo Luana Tampieri, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Imola, andrebbero risarciti adesso con risorse subito disponibili: “Sono passati quasi due mesi dai primi eventi catastrofici di maggio e non solo manca ancora la nomina Commissario alla ricostruzione, ma le misure introdotte a livello nazionale e regionale risultano inefficaci. Siamo, in sostanza, a uno stallo nell’erogazione degli aiuti mentre molte aziende stanno ripristinando terreni e sostituendo i mezzi agricoli in totale autonomia. Gli agricoltori però sono in grave difficoltà, soprattutto perché arriviamo da due anni di crisi di molti settori produttivi e soprattutto della frutticoltura. Naturalmente siamo consapevoli che sia difficile trovare i fondi e certamente il Governo è stato inizialmente tempestivo stanziando quasi due miliardi, ma di questi niente è ancora arrivato direttamente agli agricoltori, probabilmente perché i danni generali sono molto più ingenti e quelle risorse devono coprire tante, troppe, priorità. E sembra che la nostra agricoltura, che proprio in questi giorni anche la Regione sta promuovendo in pompa magna al Fancy Food Festival New York, non sia, invece, tra queste priorità. Anzi, al momento appare evidente che ci sia un’agricoltura di seria A che porta l’Italia nel mondo e una di serie B, la nostra, quella degli agricoltori che magari non producono Parmigiano Reggiano o prodotti Dop e Igp ma che sono in campo tutti i giorni per tenere in piedi la nostra economia agricola che genera lavoro e salvaguardia il territorio”.
“Certo è positiva la misura a livello regionale che sembrerebbe destinare 20 milioni al Piano di sviluppo rurale per le coltivazioni danneggiate dall’alluvione – continua Tampieri – ma questi non sono aiuti emergenziali perché innanzitutto non sono ancora certi e poi verranno stanziati solo dopo la partecipazione ai bandi e a un iter di assegnazione. E nel frattempo cosa faranno le nostre aziende? Sicuramente noi imolesi, così come i romagnoli, ci siamo subito rimboccati le maniche, ma il Governo e la Regione non possono pretendere che facciamo da soli e perdere altro tempo. I sostegni dovevano arrivare ieri, invece le tasche delle aziende che hanno visto spazzare via i raccolti, i mezzi e le abitazioni sono ancora inesorabilmente vuote”.
Fonte: Cia-Agricoltori Italiani