Ha avuto molto risalto, all’interno del settore ortofrutticolo, ma non solo, l’inchiesta recentemente pubblicata dalla rivista Altroconsumo dal titolo “Banane. L’etica si tinge di giallo” apparsa sul numero di settembre. L’indagine, condotta dal mensile dell’associazione dei consumatori più diffusa in Italia con i suoi 345mila soci, ha toccato molti aspetti relativi a questo diffusissimo e amato frutto esotico. Il cuore dell’indagine si concentra soprattutto sugli aspetti sociali e salutistici che stanno a monte nella produzione e distribuzione della banane. In realtà, l’inchiesta è poi corredata anche di consigli utili circa la sua conservazione, il suo consumo e le sue proprietà nutritive. In sei mesi di raccolta di documentazione e visite sul campo (la maggior parte delle aziende, in realtà, si è rifiutata di collaborare all’inchiesta), la multinazionale Dole è risultata, dal punto di vista del rispetto delle condizioni dei lavoratori e del rispetto dell’ambiente, la più virtuosa. Mediocre, invece, il giudizio nei confronti delle banane commercializzate dal circuito del commercio equo e solidale con il marchio Altromercato: se, infatti, è giudicato positivamente l’impegno nel sostenere economicamente i piccoli produttori attraverso la politica del prezzo fisso, scarseggia l’attività di raccolta dati e documentazione che si ripercuote anche sull’attenzione al corretto controllo delle giuste pratiche ambientali. Sostanzialmente positivi anche i risultati delle analisi sull’eventuale presenza di residui di pesticidi, sia sulla buccia che nella polpa, effettuate in laboratorio dopo l’acquisto di banane presenti sul mercato italiano (Auchan Fair Trade, Bonita, Carrefour Bio Equosolidali, Chiquita, Coop Solidal, Del Monte, Dole, Esselunga Bio Altromercato e Naturama Altromercato, F.lli Orsero).
20 settembre 2012
Altroconsumo. Un’indagine a tutto campo nel settore delle banane.
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