Sono partiti dalla Francia 12 anni fa, aprendo nel 2002 una gelateria a Parigi. Oggi, i loro punti vendita in franchising sono diventati 105 e la presenza si è allargata a 13 paesi del mondo. Questa storia di successo è quella di Cristiano Sereni e Paolo Benassi, ideatori del brand “Amorino gelato al naturale”, un marchio che continua a premiare i suoi creatori, tanto da essere previste nuove aperture in Italia e non solo. Paolo si è raccontato in questi giorni su www.gamberorosso.it, parlando tra l’altro dell’utilizzo di frutta secca di prima qualità per i suoi gelati. “Fin dall’inizio – racconta tra l’altro Paolo nell’articolo citato – volevamo aprirci al mondo, e non solo per un discorso di competitors (si sa che l’Italia pullula di gelaterie artigianali, o che almeno si dichiarano tali). Il mercato estero ci ha consentito di metterci alla prova per poi investire ed espanderci anche nella nostra Italia…Sviluppare una catena di negozi è stato, fin dall’inizio, un nostro obiettivo. E pensare a un laboratorio per ogni punto vendita cozzava con le intenzioni iniziali perché ciò avrebbe comportato differenze qualitative tra un punto vendita e un altro, oltre che difficoltà di gestione. Produrre gelato è completamente diverso da venderlo, quindi abbiamo pensato di investire sulla produzione per lasciare i vari negozi concentrarsi sulla vendita. Tra l’altro seguire un laboratorio solo, che si trova a Orly, ha numerosi vantaggi: significa produrre un gelato secondo standard qualitativi costanti perché nessuna lavorazione viene fatta in negozio, dove eventuali imprevisti rischierebbero di alterare il prodotto. Non solo: il gelato è più sicuro anche dal punto di vista microbatteriologico…”. Quanto alle materie prime utilizzate e alla metodologia di produzione, Paolo aggiunge: “Oltre agli ingredienti usati, la discriminante è la quantità di aria utilizzata. Nel nostro gelato si aggira attorno al 20% contro l’80 dei gelati industriali. Oltre a questo c’è l’utilizzo di materie prime di qualità, dal latte alla panna freschi, dalle uova biologiche alla vera pasta di nocciole o di pistacchi: lì dove è possibile prendiamo ingredienti francesi, per esempio il latte viene dalla Normandia o lo zucchero da uno zuccherificio parigino. Le nocciole sono invece del Piemonte e i pistacchi, almeno fino a fine anno, sono di Bronte. Quest’anno non c’è stato il raccolto quindi stiamo vagliando varie opzioni”. Quanto alle aperture italiane, dopo quelle di Milano e di Verona, il contitolare di Amorino ha annunciato l’imminente apertura di punti vendita a Firenze e Roma, ma anche negli Stati Uniti e in Arabia. Ulteriori informazioni su www.amorino.com.
24 novembre 2014
“Amorino”, un successo con frutta secca italiana
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