06 luglio 2017

Anche la nocciola piemontese contro il Ceta

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Questa mattina, in piazza Montecitorio a Roma, ci sarà anche una nutrita delegazione di agricoltori piemontesi, per dire no al Ceta. Ad organizzarla è Coldiretti, per cercare di bloccare l’accordo commerciale siglato tra il Canada e l’Unione Europea. Delia Revelli e Tino Arosio, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Cuneo, denunciano: “(Il Ceta sarebbe) il primo trattato europeo che promuove il falso made in Italy a tavola. Per questo abbiamo coinvolto i comuni della provincia, che saranno al nostro fianco in questa battaglia. In oltre 130 hanno già approvato un ordine del giorno contrario al Ceta, mentre un’ottantina si apprestano a farlo in questi giorni e stiamo sollecitando i nostri parlamentari a votare no per difendere il nostro patrimonio agroalimentare”.

“Le ricadute di questo accordo, se verrà ratificato – prosegue Arosio – sarebbero molto gravi per il Paese e per il nostro territorio. Proviamo a pensare a tutti i riconoscimenti ottenuti in questi anni per le nostre produzioni di eccellenza: verrebbero azzerati e si spalancherebbero le porte a veri e propri atti di pirateria, con il via libera alle imitazioni dei nostri prodotti più tipici, aprendo all’invasione di prodotti che non danno garanzie di tracciabilità e salubrità ai consumatori, riportandoci indietro di anni rispetto a tutte le conquiste fatte e falsando il mercato con ingenti quantitativi di carne a dazio zero, circa 50mila tonnellate di manzo e 75mila di suino. Non verrebbero protetti prodotti tipici come la carne di vitellone piemontese, la nocciola piemontese, il castelmagno, il crudo di Cuneo, il fagiolo di Cuneo e il raschera, solo per citarne alcuni”.

Delia Revelli ha aggiunto: “La ratifica sarebbe una beffa di cui farebbero le spese gli agricoltori e i cittadini italiani ed europei”.

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