09 luglio 2018

Anche le nocciole nella guerra dei dazi Usa – Cina

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Ci sono anche le nocciole tra i beni che, con la guerra dei dazi tra Washington e Pechino, non potranno più entrare in Cina direttamente dagli Stati Uniti. A fare una “lista della spesa” dei beni alimentari che sono stati colpiti dal recente provvedimento è Coldiretti, la quale fa notare come questo conflitto commerciale potrebbe avere, almeno potenzialmente, risvolti positivi per l’Italia.

“Tra le prime vittime della guerra commerciale tra Usa e Cina – rileva Coldiretti – ci sono i falsi formaggi italiani prodotti negli Stati Uniti, dal parmesan al provolone fino alla mozzarella…L’Italia potrebbe avvantaggiarsi della situazione, dopo che le esportazioni di formaggi made in Italy nel paese asiatico sono cresciute del 27% in quantità nel 2017 raggiungendo il massimo storico…Gli Stati Uniti – ricorda la Coldiretti – sono i principali produttori delle imitazioni dei formaggi italiani nel mondo, per un totale di 2,4 miliardi di chili nel 2017 tra mozzarella, parmesan, provolone, ricotta e romano. Si aprono dunque interessanti opportunità per le esportazioni di cibo made in Italy nel paese asiatico, a partire dai prodotti lattiero caseari che nel 2017 hanno raggiunto il record delle vendite nel mondo, raggiungendo la quantità record di 412 milioni di chili e con una crescita a doppia cifra nella stessa Tigre asiatica. I dazi cinesi avranno l’effetto di riaprire alle specialità italiane spazi sugli scaffali sino ad oggi ingiustamente usurpati dalle imitazioni americane.

Lo stop cinese – ha aggiunto Coldiretti – colpisce una vasta gamma di prodotti agroalimentari a stelle e strisce, dai formaggi alla soia, dal mais al grano, dallo yogurt al burro, dal riso alla carne di maiale e di manzo, fino a pollame, pesce, nocciole e frutta e verdura come arance, patate, pomodori, asparagi, melanzane. E chance di crescita si profilano anche per il settore ortofrutticolo italiano, a partire dalle arance, anche se per l’esportazione di altri prodotti resta da superare l’ostacolo delle barriere fitosanitarie imposte da Pechino. Va però sottolineato che, a fronte delle opportunità per il cibo tricolore, l’estendersi della guerra dei dazi tra i due giganti dell’economia mondiale ai prodotti agroalimentare apre scenari inediti e preoccupanti nel commercio mondiale di alcuni prodotti base, dalla soia al sorgo fino alla carne. E’ infatti crollato del 19% il prezzo della soia nell’ultimo mese alla borsa merci di Chicago, principale punto di riferimento mondiale per la quotazione delle materie prime agricole. La soia è uno dei prodotti più sensibili presenti della black list asiatica, perché è tra i prodotti agricoli più coltivati nel mondo, largamente usato per l’alimentazione degli animali da allevamento, con gli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti seguiti, sul podio, dall’Argentina per un totale dell’80% dei raccolti mondiali”.

 

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