Presentato questa mattina in diretta streaming sulla pagina Facebook di Legambiente Agricoltura e sul sito agricoltura.legambiente.it l’eco-rapporto delle politiche ambientali di Apo Conerpo, la più grande organizzazione di produttori ortofrutticoli d’Italia e d’Europa, che segna un importante punto di svolta per l’intero settore nell’ambito delle azioni finalizzate al contrasto alla crisi climatica.
Più di 400mila tonnellate di CO2 sequestrate dai frutteti; assistenza tecnica finalizzata a proteggere le colture e a ridurre l’impatto dei trattamenti di sintesi mediante l’utilizzo di principi attivi a bassa tossicità e di attrezzature di distribuzione che riducono la dispersione nell'ambiente; sviluppo dell’agricoltura integrata con relativo innalzamento dell’asticella rispetto agli impatti negativi sugli ecosistemi e sulla salute umana; potenziamento dell’agricoltura biologica; risparmio idrico attraverso sistemi di irrigazione a bassa pressione che, oltre a consentire una diminuzione dell’utilizzo della risorsa del 30%, riduce fino al 70% anche la quantità di energia necessaria per distribuirla; approvvigionamento energetico di gran parte degli edifici del gruppo Apo Conerpo attraverso pannelli fotovoltaici, riducendo i consumi di energia elettrica di almeno il 30%; presenza di un biodigestore nella zona del ravennate; realizzazione di percorsi per ridurre la quantità di rifiuti, incentivarne il riciclo e realizzare modelli di packaging sostenibile; riutilizzo di circa quattromila tonnellate all'anno di ortofrutta non destinabile alla vendita perché non conforme alle norme di commercializzazione o a causa di un surplus produttivo destinandolo all'industria di trasformazione, a canali di sostegno alla fascia debole della popolazione attraverso sistemi di distribuzione gratuita o alla produzione di compost; attività di ricerca e sperimentazione agronomica. Sono questi i numeri presentati da Apo Conerpo che riunisce oltre seimila produttori ortofrutticoli con 51 cooperative associate, più di 30mila ettari coltivati, oltre un milione di tonnellate di frutta e verdura commercializzate ogni anno, 91 strutture di lavorazione, 190 tecnici impegnati quotidianamente in sperimentazioni, assistenza e controlli di qualità su prodotti e sistemi di lavorazione.
Nella piena e completa consapevolezza che il settore agricolo, in particolare quello ortofrutticolo, è fortemente condizionato dalla crisi climatica in atto e dalle ripercussioni di questi sull'ambiente e sulle colture, Apo Conerpo ha dato seguito ad una collaborazione di sistema con l’associazione ambientalista italiana del cigno verde, ponendosi come obiettivo uno sviluppo finalizzato all'incentivazione della sostenibilità ambientale dell’intera filiera. Al centro dell’eco-rapporto anche una forte diminuzione dell’utilizzo della chimica, un decremento progressivo di gas clima-alteranti di cui l’agricoltura è in parte responsabile, una rinnovata attenzione alla tutela dei beni comuni come il paesaggio, la fertilità dei suoli, le risorse idriche e la biodiversità.
“L’attenzione all'ambiente e al tema della sostenibilità, ambientale ma anche economica, fa parte del Dna di Apo Conerpo – ha dichiarato il presidente della Op, Davide Vernocchi – Da decenni i nostri soci operano ponendo grande attenzione alla riduzione dell’utilizzo della chimica in campo e all’uso razionale delle risorse naturali, a partire da acqua ed energia. Questo eco-rapporto rappresenta un primo, importante, passo per tracciare i contorni di un impegno quotidiano, ampio nella sua estensione e vario nelle diverse forme di espressione e un modo concreto per aprire le porte di Apo Conerpo al pubblico e permettere ai cittadini-consumatori di avere una panoramica delle attività agro-ambientali più significative e tangibili che vengono svolte dalla nostra Op, dalle nostre filiali e da tutte le cooperative socie. I primi ambientalisti e i primi consumatori sono proprio i nostri soci, sono le donne e gli uomini quotidianamente impegnati in campo a difesa della natura che rappresenta il loro luogo di lavoro, della biodiversità, del rapporto uomo e ambiente, di un modello consapevole di produzione e consumo. Ringrazio Legambiente perché ci ha offerto l’opportunità di essere misurati su temi che consideriamo cruciali per il nostro operare quotidiano”.
“Come Legambiente – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale dell’associazione ambientalista – consideriamo strategica la collaborazione con le organizzazioni dei produttori del nostro Paese e, in particolare, siamo ben lieti di collaborare con Apo Conerpo. Il serrato confronto di questi anni ci ha permesso di conoscere la loro realtà, i loro problemi e il loro straordinario impegno per una agricoltura produttiva sì, ma anche attenta alla sostenibilità agroambientale ed etica delle produzioni. I produttori di Apo Conerpo, occupandosi delle diverse filiere, costituiscono un valido strumento di contrasto alla battaglia contro i cambiamenti climatici, che può essere vinta solo attraverso lo sviluppo e l’adozione di strategie capaci di porre al centro la sostenibilità ambientale ed ecologica delle produzioni. Nel corso del ‘900 – ha proseguito Ciafani – l’eccessivo utilizzo della chimica come unica fonte di protezione da attacchi dei nocivi e come fattore in grado di incrementare le rese o gestire i cicli colturali, ha generato una gravissima perdita di biodiversità e ridotto la fertilità dei terreni, talvolta conducendo i medesimi in uno stato di vera e propria desertificazione. Serve invertire la rotta e la collaborazione con una realtà come Apo Conerpo è fondamentale e ci consente di essere ancora una volta tramite tra le esigenze del mondo agricolo, che sappiamo pieno di sfide, e le richieste di un consumatore sempre più attento e informato. A questo scopo, continueremo a sollecitare questa importante op al fine di ridurre ulteriormente gli impatti sull'ambiente attraverso una serie di buone pratiche virtuose, nel rispetto della tradizione agricola e con il supporto dell’innovazione. Quella dell'agroecologia è una sfida ineludibile e necessita dell’impegno significativo di tutti gli attori della filiera, ma anche della collaborazione di tutto il mondo della ricerca e delle istituzioni, per far sì che la riduzione degli impatti idrici, energetici e chimici diventi il principale obiettivo verso cui tendere”.