Calano i conferimenti del 27% ma il fatturato della commercializzazione registra una crescita del 1,8%. Un bilancio che resta solido quello di Apo Conerpo, nell'anno terribile 2023. Sono stati bravi uomini e donne del gruppo a valorizzare il prodotto che si è salvato dal peggior evento climatico non solo della storia regionale, ma rilevante, in negativo, anche a livello internazionale.
Basta leggere i dati di ciascuna varietà di frutta prodotta dai soci: -69% pere, - 68% ciliegie (se ne è parlato poco ma è stato un dramma), -61% cipolle.
Pesante pure il calo, un crollo, delle susine (-51%), delle nettarine (-49%) e delle pesche (-49%). Una slavina provocata dai cambiamenti climatici e ben spiegata dal presidente Davide Vernocchi: "Prima gestivamo gli eccessi produttivi e si cercano nuovi mercati, oggi il problema è riuscire a produrre e assicurare il prodotto ai clienti. Sia in termini quantitativi che qualitativi visto che oggi il consumatore riconosce e paga, quando c'è, il valore".
Questi i dati centrali nella consueta conferenza sul bilancio che ha visto il debutto pubblico di Daniele Maria Ghezzi, il nuovo direttore generale. Ricco curriculum, docente alla Cattolica e dal 2010 direttore di Piacenza Alimentare, consorzio per l'internazionalizzazione con un fatturato di 1,4 miliardi.
Cala la superficie dei frutteti, ma compensano gli ortaggi
Apo Conerpo rappresenta 6mila produttori e 50 cooperative. All'interno marchi conosciuti UNaPera, Opera, Valfrutta, Brio, Alegra,Conserve Italia ma anche New Plant, la società che fa ricerca varietale.
"Non solo commodity ma anche prodotti nostri in esclusiva: il kiwi Dulcis, per esempio. La superficie totale è pari a 30mila ettari totali, 15mila ettari tra ortaggi e frutta. Quest'ultima in calo da 17mila a 15mila ettari, caduta forte ma compensata dalla crescita di colture orticole: pomodoro in primis".
Un settore, conferma Vernocchi, che sta dando soddisfazioni, c'è anche l'acquisizione di uno stabilimento, nonostante l'aggressività di Paesi come la Cina che sta moltiplicando le superfici. E i prezzi calano: "Il triplo concentrato è passato da 2mila a 1.300 euro". Segno di una concorrenza feroce.
La produzione: per la prima volta la frutta sotto 200mila tonnellate
Altri dati interessanti. La produzione totale è pari a 732 mila tonnellate e come sottolinea il presidente: "Sotto le 200mila tonnellate la frutta, mai così in basso. Calo totale del 27%. Difficoltà a rifornire le nostre aziende di trasformazione e anche partner storici". Si sconta poi il ritardo negli indennizzi, ma in ogni caso la barca va e si regge l'onda.
La catastrofe pere e ciliegie
L'alluvione più altri elementi climatici hanno messo in crisi le cooperative. "Succede quando si registra il 69% di prodotto in meno, ma ci sono da pagare le spese fisse come, per esempio, quelle dei magazzini. Se ne parla poco ma è stata drammatica la caduta delle ciliegie: il 68% in meno. Con fagioli (+46%) e fagiolini (+32%) nel 2023 si è recuperato grazie a un secondo raccolto". Gli unici segni positivi.
Commercializzazione: bravi a valorizzare il poco prodotto
Si perde il 27% di prodotto ma aumenta il fatturato. "Si è valorizzato il prodotto, anche quello non di grande qualità - sottolinea il presidente - Nel 2018 l’ultimo anno con produzione normale, poi anni di caduta ma aumento del fatturato. Incremento del 8% nel totale, ma è solo di facciata vista la crescita dei costi e la riduzione delle marginalità".
Un esempio concreto: "Uno studio fatto con Cso ha rilevato un aumento del costo per un ettaro di pera Abate consistente: da 18/19mila a 22mila euro - spiega Vernocchi - se pensiamo al prodotto perso è un dramma per le aziende".
Tra le tante criticità la mancanza di manodopera perché se non si assicura continuità a causa dei cali di produzione poi le persone cercano lavoro in altri settori. Il presidente denuncia poi le politiche europee sulla limitazione degli agrofarmaci. Soprattutto, come in Grecia per il kiwi, sono consentiti in altri Paesi concorrenti.
Eppure il bilancio 2023, approvato a fine giugno, mostra una Apo Conerpo solida, con un valore della commercializzazione che supera i 434 milioni (+1,8%) e un volume d’affari che raggiunge quota 787 milioni, una flessione di soli 2,7 punti rispetto a quel 2022 che aveva segnato il miglior risultato del gruppo nell’ultimo decennio.
“Individuo tre fattori cruciali per questo risultato: il progressivo allargamento della base sociale anche in altre regioni, che ha garantito disponibilità costante di prodotti anche nelle fasi più critiche; l’ottima performance economica del pomodoro da industria nonostante i danni dell’alluvione e l’encomiabile lavoro delle nostre business unit (Alegra, Brio, Naturitalia, Opera e Valfrutta Fresco) per la valorizzazione massima del prodotto disponibile - è soddisfatto il presidente - sia nella Grande distribuzione nazionale, dove registriamo addirittura un incremento a valore del 13,86%, sia all’estero”.
La salvezza nella ricerca
La ricetta per produrre con più sicurezza e maggiore marginalità è lo studio continuo. "Abbiamo 27 progetti di ricerca e collaboriamo in altri. Siamo coinvolti in 10 milioni di spesa, noi direttamente come Apo Conerpo poco sopra il milione". Si punta al miglioramento genetico e alla tutela della produzione. "Assicuriamo anche un beneficio ecologico alla comunità, si fanno inaugurazioni per parchetti da 100 alberi, noi curiamo un bosco con 30 milioni di piante". Si cattura CO2 e si offre ossigeno".
Forti investimenti si registrano nella tutela dagli eventi climatici estremi e con buoni risultati: "Dove sono entrate in funzione le ventole si sono salvati i raccolti. Lavoriamo anche su porta innesti più resilienti e sui sistemi di irrigazione diversi perché è cambiato il clima e bisogna adattarsi".
Nuovi prodotti: le ondine
importante anche la ricerca sul prodotto. Bene il nuovo kiwi, bene le ondine. "Le nettarine piatte erano un'esclusiva della Spagna, ora le raccogliamo anche noi, sono apprezzate dal consumatore perché viste come uno snack ed è disposto a pagare - conclude Vernocchi - Bisogna recuperare entusiasmo per fare ortofrutta".
Il punto sulla stagione: dalle ciliegie alle albicocche
Il vicepresidente Alberto Guerra ha fatto il punto: "La campagna delle ciliegie è stata positiva anche se concentrata, con le albicocche l'anticipo di produzione al nord ha creato un accavallamento con la produzione del sud; le pesche con il caldo al sud vedono tanto prodotto di calibro piccolo e di difficile commercializzazione; kiwi buona produzione e buon calibro del G3, la varietà Hayward diventa arduo produrla per mancanza di ore di freddo. La resa è di 80 quintali a ettaro, pochissimo rispetto ai 250/300 attesi. Mele registriamo una buona produzione con mercato positivo, pere viene a mancare il 30% di produzione dell’Abate, cascola ha fatto perdere prodotto". Ma più dell'anno scorso.
I problemi delle patate, delle cipolle, la speranza con i mirtilli
Il vicepresidente Aldo Rizzoglio ha sottolineato l'incremento dei costi per le patate: "Da 8mila a 12mila euro ad ettaro, si hanno basse marginalità che impediscono di fare investimenti. Aumenta il rischio, cala la superficie. E non possiamo usare alcuni principi attivi essenziali. Abbiamo terminato impianto nuovo per la IV gamma, così si può riutilizzare lo scarto invece di andare in biodigestione. Cipolla con qualità visiva scadente anche se sana all’interno".
Alti e bassi delle diverse produzioni e si punta sui mirtilli come ricorda il presidente: "Ha costi alti per l'impianto, sugli 80mila euro per ettaro, ma stiamo ottenendo buoni risultati e avviato altri 5 ettari".
La nuova governance
“L’assemblea dei soci mi ha onorato nuovamente della sua fiducia - spiega Vernocchi - indicando anche quattro nuovi vicepresidenti espressioni dei principali areali produttivi delle cooperative socie e delle filiere che rappresentano il cuore dell’attività di Apo Conerpo: Adriano Aldrovandi (presidente FruitModena Group), Alberto Guerra (vicepresidente Agrintesa), Massimo Passanti (presidente Propar) e Aldo Rizzoglio (presidente Patfrut). Al nostro fianco potremo contare anche sulla competenza, professionalità e visione strategica del nuovo direttore generale di Apo Conerpo, Daniele Maria Ghezzi, docente universitario e già direttore del consorzio per l’internazionalizzazione Piacenza Alimentare, principale realtà nazionale del settore con un centinaio di associati”.
Classe 1979, Ghezzi riceve il testimone da Gabriele Chiesa che ha diretto Apo Conerpo negli ultimi 21 anni “attraversando - commenta Vernocchi - le fasi più complesse della nostra storia: a lui va il più sincero e profondo ringraziamento da parte di tutto quel gruppo Apo Conerpo che ha contribuito a rendere grande e che continuerà a supportare la struttura”.