25 settembre 2015

Apofruit. Bio, nuove varietà, politiche di marca, nuovi mercati

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Una ricca e articolata fotografia, in continua evoluzione. È quella emersa dal meeting che Apofruit ha organizzato al Macfrut giovedì 24 settembre. 3630 aziende agricole socie, 10 stabilimenti, uno staff di 45 agronomi, una produzione di 182.737 tonnellate con un valore alla produzione di quasi 184 milioni di euro. Sono solo alcuni dei numeri per descrivere una delle realtà più importanti del panorama ortofrutticolo italiano, un universo molto articolato che comprende società controllate direttamente e tanti partner per affrontare il mercato italiano e, sempre con maggior forza, anche quello internazionale.

«Siamo in una fase di cambiamento fortissimo e nei prossimi anni ci saranno grandi novità che ci permetteranno di aprire nuovi mercati, un aspetto che ci può portare ad aumentare i consumi nei mercati maturi» ha dichiarato il direttore Ilenio Bastoni durante il suo intervento.

Il comparto del biologico è stato uno dei temi citati con maggior frequenza durante molti degli interventi da parte della dirigenza di Apofruit. Un settore ormai strategico per Apofruit che punta sempre di più all’incremento delle vendite presidiando tutti i canali commerciali, all’export e che ora intende percorrere anche la strada del biodinamico con marchio Demeter (già tre aziende socie hanno scelto questa strada). Ad oggi il fatturato consolidato del biologico è di 70 milioni di euro e l’obiettivo è quello di incrementare di ulteriori 20 punti percentuali questo dato nei prossimi tre anni.

L’innovazione varietale è un altro focus fondamentale per Apofruit. «Puntiamo ad un aumento di queste produzioni con un modello gestionale a “club”che attraverso uno sviluppo controllato delle superfici sostenga il valore del prodotto sul mercato» ha affermato Bastoni.

Sul fronte dell’export e dei nuovi mercati i numeri mostrati sono abbastanza indicativi di quale sia la direzione che Apofruit sta percorrendo ora, e dove andrà anche in futuro: dal 2011 al 2014 l’export verso l’Asia (Hong-Kong, Shangai, Taiwan, Corea) è aumentato del 325%, quello verso il Medio Oriente (Emirati Arabi e Arabia Saudita) del 214%. Ma nel futuro le mete saranno anche il Nord Africa, l’India e il Centro-Sud America.

Fondamentali le collaborazioni e le nuove partnership, a cominciare da quelle siglate con OP Terra di Bari per la commercializzazione di uva da tavola e ciliegie e quella SFT (Società Frutticoltori Trentino) in Trentino per le mele. Due accordi fondamentali anche per incrementare i volumi relativi al biologico.

Sul fronte delle politiche di marca, oltre al caso vincente nel biologico di Almaverde Bio, che merita un capitolo a parte, le linee Solarelli e Solemio (per il Far East) continuano a crescere. Mirco Zanelli, esponsabile vendite di Apofruit, ha ripercorso le tappe e l’evoluzione di un marchio che continua a dare grandi soddisfazioni: nato nel 2008 e inizialmente rivolto solo al canale normal trade, Solarelli è poi arrivato anche nella grande distribuzione con referenze mirate. «Solarelli alla fine di agosto registra un +20% di fatturato rispetto al 2014 con valore pari 11.6 milioni di euro» ha affermato Zanelli. Sul fronte dell’export «nel 2015 il Medio Oriente via aereo sta facendo registrare un aumento del 154% con un fatturato di 739.037 euro. Sempre in Medio Oriente, via mare, il fatturato è di 606.176 euro, pari ad un aumento del 14%».

I mercati asiatici sono l’ultima nuova meta nel 2014: 2.6 milioni di euro il fatturato del brand Solemio, che aumenta del 6%. E nei mercati asiatici, attreverso partnership con distributori locali partiranno test per vendite via abbonamento e on line, che invitabilmente in futuro verranno portati anche in Italia.

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