Due temi sono spesso ricorrenti quando si parla di un comparto così fondamentale per l’agricoltura siciliana come quello rappresentato dalle arance: la remunerazione troppo bassa per gli agricoltori e la concorrenza estera, spesso definita sleale. Il tema è nuovamente attuale, secondo Coldiretti Sicilia, dopo aver analizzato gli ultimi dati Istat relativi alle importazioni di agrumi nei primi nove mesi del 2013. In Italia sono stati importati 7 milioni e mezzo di chili di agrumi, con l’Egitto che ha fatto registrare un aumento del 110%.
Il problema, come sostengono i vertici di Coldiretti Sicilia, riguarda come al solito i prezzi al dettaglio, che portano gli agrumi di importazione ad avere prezzi anche inferiori al chilo. «I nostri agrumicoltori – affermano Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione sulle pagine del Giornale di Sicilia – non possono certo competere con i costi di produzione di paesi che hanno, per esempio, bassi costi di manodopera solo per citare uno di quelli più importanti».
Lo scenario per il 2013/2014 non sembra essere diverso: le previsioni, infatti, vedono l’Egitto confermarsi il sesto produttore al mondo di arance con 2,5 milioni di tonnellate stimate, poco meno della metà destinate all’export, pari al 10% in più rispetto al 2013. Ma anche dalla Tunisia si prevede un aumento di produzione e di export anche verso l’Italia con le arance della varietà Maltese.