Annata non semplice, fino ad ora, per le arance rosse. «La raccolta sta procedendo bene, abbiamo un surplus di prodotto quest’anno, ma quello che è mancato fino a qualche settimana fa è stato il calibro più grosso. Quest’anno abbiamo tanto prodotto dal calibro piccolo e le varietà precoci non ha avuto il tempo di ingrossarsi». Aurelio Pannitteri, presidente della Op Rosaria di Belpasso in provincia di Catania, a margine dell’evento che si è svolto a Milano martedì 26 gennaio per festeggiare i 10 anni dell’arancia Rosaria, fa un punto della situazione a campagna iniziata da qualche settimana.
Quantità superiori, quindi, ma oltre ai problemi di pigmentazione a causa delle temperature troppo miti e all’assenza del necessario sbalzo termico nella Piana di Catania, il tema principale riguarda la presenza di notevoli volumi di calibri medio-piccoli. Una situazione contraria rispetto a quella dell’anno scorso. «Ormai, da 6/7 anni a questa parte, dopo la famosa gelata che avvenne nel mese di aprile, gli agrumeti sono soggetti alla cosiddetta alternanza. Un anno sono carichi di arance, quello succesivo no. L’anno scorso, per esempio, mancava più del 40% di prodotto e la stagione terminò già a fine aprile».
Questo è certamente l’anno dell’industria, che però ci penalizza. È un settore che non ha fatto grandi cose per aiutare il mondo agricolo siciliano. Sapendo che c’è una grande offerta di calibri medio-piccoli i prezzi rimangono bassi e a volte al produttore non conviene neanche raccogliere le arance.
Non facile, d’altronde, commercializzare le arance di piccola pezzatura nei classici canali distributivi, Gdo in primis. «Stiamo proponendo attività promozionali ma il consumatore vuole purtroppo il calibro più grosso». Come fare? «Noi e la Gdo dovremmo cercare di raggiungere un’intesa per riuscire a comunicare al consumatore che il prodotto di piccolo calibro è identico dal punto di vista qualitativo e nutrizionale a quello più grande ed è ideale per le spremute. Invece di cercare calibri di grande pezzatura (82/88), che francamente è quasi una vergogna spremere, sarebbe meglio comunicare che sono proprio quelli piccoli i migliori per le spremute. Comunque, stiamo iniziando a pensare ad una soluzione e qualcosa, sicuramente, faremo. Ma abbiamo comunque bisogno che la Gdo accolga questo discorso»
A breve, infine, l’Op Rosaria volerà a Berlino per la tre giorni di Fruit Logistica come tanti altri operatori italiani. Obiettivi? «Stiamo puntando molto sull’estero ormai da anni. Siamo presenti, per esempio, in Finlandia ed in Olanda e puntiamo ad aprire rapporti commerciali con altre catene distributive europee. C’è poi un progetto di internazionalizzazione rivolto alla Cina: avremo un incontro a Shanghai per quanto riguarda l’export dell’arancia rossa. Ma non è semplice. L’arancia rossa è molto delicata e non riesce ad affrontare un viaggio di 40 giorni. Il trasporto più lungo che abbiamo effettuato è di 15 giorni, verso gli USA, e in questo caso non ci sono problemi perché le arance rosse arrivano in perfette condizioni».