27 gennaio 2016

Arancia Rosaria festeggia i primi 10 anni a Milano

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«Più di 10 anni fa ci siamo accorti che le arance siciliane non erano molto conosciute. La gente non sapeva cosa comprava e qualcuno addirittura diceva di non conoscere quelle rosse» ricorda Aurelio Pannitteri. Oggi, per fortuna, le cose sono cambiate per un’agrume unico nel suo genere come l’arancia rossa della Piana di Catania. Merito di un microclima particolare –  lo sbalzo termico tra il giorno e la notte, agevolato da quel “frigorifero” naturale che porta il nome di Etna, consente la pigmentazione dell'arancia – ma anche di veri e propri pionieri, come la famiglia Pannitteri, che proprio 10 anni fa decise di dare un nome, Rosaria, all’arancia rossa.

Op Rosaria ha deciso di festeggiare i suoi primi dieci anni a Milano, con un evento che ha coinvolto addetti ai lavori e stampa presso lo spazio In Kitchen. Un luogo non casuale, poiché nel 2005 proprio nel capoluogo lombardo partì la prima campagna di comunicazione dell’arancia Rosaria con a partecipazione all’annuale Milano City Marathon.

A ripercorrere la genesi del nome “Rosaria”, oltre al presidente Aurelio Pannitteri, è intervenuto anche Armando Roncaglia, a capo dell’omonima agenzia di comunicazione e marketing, colui che lanciò l’idea di dare un nome preciso ad un prodotto di pregio, ma allora ancora indistinto sul mercato.

Andammo a parlare con una serie di imprenditori siciliani proponendo il lancio di un brand per l'arancia rossa, ma nessuno ci diede ascolto. Poi incontrammo la famiglia Pannitteri che ebbe il coraggio di scegliere.

Fu scelto un nome molto diffuso in Sicilia, ma non solo, e che richiama anche il colore di questa particolare arancia pigmentata. E poi il logo, con l’arancia che forma un sole alle spalle dell’Etna.

Aurelio Panittieri

Aurelio Pannitteri

Nel 2008 Rosaria, come ricorda ancora Aurelio Pannitteri, diventa anche un OP, un passaggio fondamentale «dal quale traiamo benefici sia noi che i nostri soci. Oggi abbiamo 900 ettari di agrumeti di prodotto, facciamo lotta integrata e da tre anni siamo autonomi per quanto riguarda l’energia attraverso la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 10mila metri quadrati».

In collegamento audio video è intervenuto da Bruxelles anche il parlamentare europeo Paolo De Castro, coordinatore della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, che ha sottolineato l’importanza che rivestono  organizzazioni come l’OP Rosaria all’interno del contesto agroalimentare internazionale, molto competitivo, non solo per la commercializzazione delle arance: “ll nostro problema è che accanto alla qualità dei nostri prodotti, straconosciuta e riconosciuta, spesso manca la capacità organizzativa, commerciale e logistica, affinché il tutto si trasformi poi in reddito”. Un sistema, quello agroalimentare italiano, che secondo De Castro sconta frammentazione, assenza di dimensioni adeguate e la mancanza, a volte, di un cambio generazionale. “La qualità è necessaria ma non sufficiente, ci deve essere un apparato produttivo e imprenditoriale al passo con l’internazionalità. Se il made in Germany fa il doppio di noi come export nell’agroalimentare è per merito della dimensione organizzativa, loro con la Gdo parlano meglio di noi”.

Coordinati dalla nutrizionista Samantha Biale, che nel corso dell’evento ha sottolineato molte delle peculierità salutistiche presenti nell’arancia rossa, è intervenuto anche l’onorevole Giovanni La Via (AP/PPE), Presidente della Commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare del Parlamento Europeo, nonché produttore e socio dell’Op Rosaria, che oltre a tracciare un quadro generale dell’agrumicoltura italiana, ha evidenziato l’importanza della nascita di un prodotto premium come l’arancia Rosaria, un esempio vincente di segmentazione nell’alto di gamma.

Indagine del Professor Fabio Ancarani

Indagine del Professor Fabio Ancarani

E a proposito di segmentazione e percezione da parte dei consumatori dell’ortofrutta in generale, e dell’arancia rossa in particolare, il professor Fabio Ancarani, direttore Executive master in Sales e Marketing della Bologna Business School, ha mostrato i risultati di un’indagine condotta in modalità CAWI (WEB), promossa con un link veicolato attraverso Facebook ad un questionario della durata di 8 minuti. Dalla raccolta di 141 risposte valide è emerso come Rosaria risulti al 6° posto tra le marche citate dai consumatori di frutta e come l’alto contenuto di vitamina C sia una delle motivazioni di scelta più importanti. Tra le motivazioni di acquisto, infatti, quella salutistica è stata indicata dal 78,4% di coloro che hanno risosto alle domande del questionario, il 40,5% ha invece indicato il gusto.

L’evento, infine, ha visto anche la partecipazione del cuoco siciliano Filippo La Mantia, che ha preparato alcuni piatti utilizzando come ingrediente l’arancia rossa.

[Per scaricare le relazioni di Samantha Biale e Fabio Ancarani clicca qui]

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