15 dicembre 2020

Assomela: buoni i dati della produzione del 2020, cresce il bio

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Ultimi aggiornamienti sul fronte mele. Mercoledì scorso, 9 dicembre, si è svolta la consueta riunione del Comitato marketing di Assomela che ha esaminato i dati aggiornati sulla situazione produttiva – dati ormai definitivi – e valutato l’andamento del mercato nel mese di novembre. La produzione, inclusiva dei dati finali delle varietà più tardive, si assesta poco oltre 2,1 milioni di tonnellate.

mele assomela

A livello regionale, perde un po’ di terreno l’Alto Adige, colpito in alcune aree da gelate primaverili e grandinate, mentre torna ai livelli degli anni precedenti la produzione del Trentino. Si rialza anche la produzione in Veneto e in Lombardia. Cala, anche in questo caso a causa di eventi metereologici avversi, la produzione dell’Emilia-Romagna, mentre fa segnare un record la produzione piemontese, ormai la seconda per importanza dopo quella del Trentino-Alto Adige.

A livello varietale, si conferma un record produttivo per la Gala – con 338.618 tonnellate – mentre è in ribasso la produzione di Golden, con un -6% rispetto al passato raccolto. Si rialza, ma rimane sotto la media, la produzione di Red Delicious; torna a livelli produttivi nella media anche la Granny Smith. Cresce rispetto allo scorso anno, ma rimane al di sotto della media, pure la Fuji. Fanno registrare raccolte record anche la Cripps Pink e tutte le cosiddette “nuove varietà”, che superano quota 100mila tonnellate.

Si confermano per tutte le cultivar e in tutte le aree produttive buoni calibri e una generale buona qualità del prodotto. Come stimato in novembre, la quantità di merce destinata al mercato fresco, si attesta a poco più di 1,8 milioni di tonnellate – valore inferiore alla media delle ultime stagioni. Rivista leggermente a rialzo anche la produzione del biologico, che sfiora le 190mila tonnellate.  

I dati di vendita di novembre confermano la dinamicità del mercato rilevata già all’inizio del mese, con un decumulo particolarmente consistente, in particolare per la varietà Gala. Buone vendite si registrano anche per la Golden. Procedono regolarmente, anche se più lentamente, le vendite di Red Delicious e di Granny Smith. Soddisfacenti le vendite anche per Fuji e Braeburn.  In generale, le vendite cumulate da inizio stagione sono superiori alle 500mila tonnellate, superiori del 35% rispetto allo scorso anno. Le giacenze al 01 dicembre sono di conseguenza tra le più basse registrate a 1.364.135 tonnellate.

Il mercato interno e quello europeo sono piuttosto ricettivi, così come i mercati extra-UE, inizialmente partiti con maggiore calma – fanno registrare buone performance l’India, il Medio Oriente ed i paesi Sud Americani, vista anche la minore disponibilità di prodotto statunitense, sebbene il cambio euro-dollaro non sia dei più favorevoli.

Per quanto riguarda l’India, gli sforzi congiunti delle istituzioni italiane, in coordinamento con quelle Comunitarie e di altri paesi, hanno permesso di posticipare ad inizio marzo la richiesta di certificazione “Ogm free” che sarebbe dovuta entrare in vigore il 01 gennaio 2021. Pur salutando con favore questo risultato, bisognerà ora proseguire nello sforzo di trovare una soluzione stabile al problema, preferenzialmente a livello comunitario, ma perseguendo allo stesso tempo una soluzione in coordinamento tra i Ministeri competenti a livello nazionale.
In Italia, l’atteggiamento del consumatore appare più prudente rispetto a quello registrato durante il primo lockdown, quando le mele erano state tra i prodotti preferiti nelle scelte di acquisto. Anche la richiesta di mele confezionate sembra essere rientrata a livelli ordinari.

La stagione è partita in maniera certamente fluida con quotazioni giudicate al momento buone dagli operatori, anche se non per tutte le varietà e referenze. La campagna di vendita, tuttavia, è appena iniziata e andrà analizzata con cautela, considerando lo scenario internazionale e la straordinarietà del momento che si sta vivendo.

Il Comitato marketing ha anche valutato la situazione, le prospettive e le possibili criticità per il settore nell’ambito del “Green Deal”, con i suoi obiettivi tanto ambiziosi quanto condivisi, ma con metodi ancora carenti per quanto riguarda le stime di impatto, i tempi e gli strumenti suggeriti, in particolar modo in ambito fitosanitario. Il settore chiede molta più progressività e attenzione nelle valutazioni riguardanti le autorizzazioni di principi attivi fondamentali per i disciplinari di “produzione integrata” e chiede una decisa apertura al sostegno verso soluzioni di confezionamento con materiali innovativi ed ecocompatibili.

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