Giovedì 25 febbraio, sul filo di lana, la questione relativa alla certificazione Ogm Free per le esportazioni di alcuni prodotti italiani in India, tra cui le mele, ha finalmente trovato una soluzione, in prima battuta transitoria, ma che a breve potrà essere stabilizzata. Gli operatori potranno così continuare la campagna di esportazione con una dichiarazione, firmata dalle autorità fitosanitarie regionali/provinciali previa presentazione da parte degli esportatori di analisi specifiche sulla varietà esportata, che verrà allegata al certificato fitosanitario di ogni carico.
Lavoro di squadra
Un risultato che è costato fatica e impegno da parte di numerosi soggetti – i produttori certamente, rappresentati in modo particolare da Assomela (visto il volume decisamente importante e crescente di mele che ogni stagione raggiunge l’India), il Servizio fitosanitario centrale e alcuni servizi Fito regionali/provinciali, in particolare che si sono spesi per trovare l’equilibrio tra “competenza” delle autorità e necessità degli operatori evitando così il blocco delle esportazioni. Un ruolo cardine ha certamente avuto l’Ambasciata italiana a Nuova Delhi, in contatto con i produttori, il Mipaaf, la Farnesina e ovviamente, in loco, con l’Fssai (l’autorità indiana che ha emesso l’ordine) e la delegazione dell’Unione europea.
Il contendere
La vicenda è esplosa nelle ultime settimane, in vista del termine del primo marzo per l’entrata in vigore. L’ordine delle autorità indiane risale all'agosto del 2020; vista la natura della richiesta indiana, il dossier è stato trattato a partire dalle fasi iniziali dall’Unione europea, che tuttavia sta ancora negoziando una esenzione dell’Ue dalla necessità di emettere il certificato – considerata la legislazione europea che vieta la coltivazione Ogm – o, in alternativa, l’emissione di una dichiarazione Ogm Free una tantum valida per tutti gli stati membri.
Dopo il rinvio dell’entrata in vigore del provvedimento – dall'1 gennaio all'1 marzo – ogni singolo paese ha continuato, parallelamente all’Europa, a impostare e negoziare un percorso “nazionale” bilaterale con l’India. Il problema, in Italia come nel resto dell’Unione, è la scarsa chiarezza rispetto alla autorità “competente” per il rilascio di certificazioni o dichiarazioni Ogm-free.
Dopo settimane di confronto sia in Italia che con le autorità indiane, si è giunti finalmente a una conclusione che permetterà, con il coinvolgimento delle autorità fitosanitarie, di continuare ad esportare le mele in India, con un sospiro di sollievo degli operatori in un momento in cui si entra nel cuore della campagna commerciale. Già oggi alcune decine di container sono in partenza e molti altri seguiranno nel corso della settimana.
Un mercato strategico
Va qui ricordato che l’Italia, nella stagione 2018/19 (la 2019/20 è stata condizionata dalla pandemia e dalle dinamiche che si sono innescate a livello mondiale) ha raggiunto il record di 48.081 tonnellate di mele esportate in India, per un valore di 40,9 milioni di euro, permettendo all’Europa, scalzando gli Usa, di diventare il primo fornitore di mele di questo paese. L’india si sta rivelando negli ultimi anni un paese strategico per la collocazione delle mele europee, soprattutto per alcune varietà e in annate cariche di prodotto.
Considerato che le prospettive per una risoluzione comune europea sono ormai, almeno nel breve periodo, molto ridotte e che diversi paesi interessati sembrano non avere trovato una loro autonoma strada, l’accordo trovato a livello nazionale diviene ancora più significativo perché permette, tra l’altro, di non lasciare spazio ai paesi esportatori concorrenti.
Nel frattempo, continua il lavoro per trovare una soluzione definitiva, che potrebbe coinvolgere il ministero della Salute. Un passo in tale direzione dovrà essere auspicabilmente fatto di concerto tra tutti i soggetti coinvolti, evitando l’arrivo in India di mele accompagnate da documentazione diversa a seconda delle regioni.
La collaborazione con e tra le Istituzioni nazionali e locali e gli operatori è stata fondamentale per ottenere questo importante risultato. La condivisione degli obiettivi è di strategica importanza per assicurare il giusto e motivato coinvolgimento di tutti gli attori e per assicurare l’esportazione dei prodotti made in Italy, in modo particolare in un momento come quello che stiamo vivendo.