Ancora illeciti nel mondo dell’autotrasporto, questa volta in Calabria. Secondo quanto emerso poche ora fa, stamattina 12 febbraio la Guardia di finanza avrebbe confiscato oltre tre milioni a un autotrasportatore – di cui non è per ora stato reso il nome – già arrestato perché ritenuto appartenente a una cosca di ‘ndrangheta.
La confisca, che applica il codice antimafia e che riguarda diversi compendi aziendali, quote societarie, terreni, fabbricati e numerosi rapporti e strumenti finanziari, segue il sequestro emesso a gennaio 2023, sempre nei confronti della stessa persona.
“A partire dagli anni ’90 – motiva la guardia di finanza – l’imprenditore avrebbe posto in essere condotte illecite che gli avrebbero permesso di accumulare un patrimonio nettamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati”.
I precedenti
Lo stesso imprenditore dieci anni fa venne coinvolto nell’inchiesta Porto Franco, la quale portò all’arresto di 13 persone e al sequestro di beni per 56 milioni.
L’accusa era di associazione di stampo mafioso nei confronti d’imprenditori ritenuti dagli acquirenti affiliati ad alcune cosce di Gioia Tauro e che si sarebbero infiltrati in attività economiche connesse al porto.
Il sequestro a Salerno
Quello calabrese non è un caso isolato. Solo la scorsa settimana, e precisamente il 6 febbraio, la Guardia di finanza è intervenuta a Salerno per un sequestro di circa 43 milioni.
Secondo la procura, tale provvedimento nasce da un’indagine svolta dalla finanza di Salerno e Battipaglia nell’ambito di “approfondimenti condotti sul gruppo di società riconducibile a Giovanni Attanasio, operante principalmente nei servizi di facchinaggio e logistica, il quale si sarebbe avvalso di una serie di cooperative da cui avrebbe ricevuto, nel periodo compreso dal 2013 al 2019, fatture per operazioni inesistenti per circa 175 milioni, traslando in capo a queste ultime gli obblighi fiscali, di fatto mai adempiuti, riferiti ai rapporti commerciali poste in essere con terzi clienti”.