22 febbraio 2022

Autotrasporto in subbuglio, il rischio caos è concreto

63

E' stata una giornata di attesa, di tensioni e di spaccature per il mondo dell'autotrasporto. Sì, perché come aveva anticipato myfruit.it nei giorni scorsi, il rincaro del prezzo del gasolio sta mettendo a dura prova il settore, chiamato ad assorbire il surplus dei costi.

Oggi, mentre alcune sigle dell'autotrasporto si sono riunite nel pomeriggio con la viceministra del Mims (ex Trasporti) Teresa Bellanova per trovare una quadra, altre hanno sostenuto i blocchi spontanei che hanno stoppato i flussi delle merci dal sud al nord Italia.

Nonostante la solidarietà manifestata, il mondo ortofrutticolo ha chiesto a più voci di interrompere le proteste per non compromettere la consegna dei prodotti nei mercati, ma il timore che i disagi proseguano è però concreto: l'autotrasporto non marcia compatto e pertanto, anche se dovessero arrivare risposte dal Governo, è possibile che aumentino i blocchi in tutta Italia già nelle prossime ore.

Tutti contro tutti nell'autotrasporto

La spaccatura all'interno del settore dell'autotrasporto non sta passando inosservata. Unatrans ha deciso di proseguire le trattative con il Governo e dunque di aspettare l’esito dell’incontro di oggi. Ma, ha fatto sapere, “in assenza di risposte concrete e soddisfacenti non si esclude, nel rispetto della normativa vigente, la proclamazione di un fermo nazionale”.

Trasportounito, invece, non è stata nemmeno invitata al tavolo della trattativa: “Il Governo – ha argomentato il segretario generale Maurizio Longo – ha convocato solo le associazioni contro le quali sta proprio montando la protesta degli autotrasportatori, che non si sentono né rappresentati né difesi. Se la strategia è quella di vincere facile e trovare accordi che equivalgono a carta straccia, il Governo sappia che si assume una responsabilità enorme, destinata a scaricarsi sulla rabbia sociale”.

Il fermo in Sicilia e in Puglia

Le proteste spontanee sono in effetti già iniziate e hanno già avuto esisti sulla filiera ortofrutticola. Da ieri l’associazione siciliana degli autotrasportatori Aias sta bloccando il casello di San Gregorio dell’autostrada A18 Catania-Messina, creando un ingorgo di centinaia di camion. L’onda della protesta, oggi, ha raggiunto anche Ragusa, Messina e Palermo.

Anche in Puglia ci sono stati fermi spontanei. Alcuni autotrasportatori hanno occupato tre aree di servizio nella provincia di Foggia, altri hanno bloccato il Tarantino. E a Fondi (Latina) i camion non hanno caricato.

Queste iniziative spontanee – ha commentato Longo – sono la prova tangibile di una situazione ormai fuori controllo e di disposizioni di legge che sono totalmente inadeguate a tutelare le imprese, perché sono nei fatti inapplicabili”.

Le reazioni del mondo ortofrutta

“Occorre scongiurare la paralisi dell’ortofrutta e allo stesso tempo offrire sostegno alle richieste del settore trasporti piegato dagli aumenti del gasolio – ha sintetizzato Andrea Badursi, presidente dell'Organizzazione di produttori lucana Assofruit – Se pensiamo alle fragole, quindi al fresco, il rischio è quello di non raccogliere provocando un danno ai produttori che determinerebbe scenari nefasti per il futuro dell’intero indotto. E' necessario adottare provvedimenti governativi immediati perché il settore trasporti, con le sue legittime e insindacabili ragioni, non può imporre una frenata che avrebbe contraccolpi irreversibili per il comparto ortofrutticolo”.

“Con il perdurare del blocco degli autotrasporti l'economia agricola di un vastissimo comprensorio rischia il collasso – hanno affermato in una lettera congiunta i rappresentanti provinciali delle organizzazioni di categoria Cia, Confagricoltura, Consorzio Arancia Rossa di Sicilia Igp, Fruitimprese – Pur condividendo le preoccupazioni e le ragioni degli autotrasportatori, riteniamo che la risposta all'aumento dei costi per il trasporto e per la produzione non sia il blocco totale dell'economia che rischia di affossare l'intero comparto agricolo siciliano a tutto vantaggio dei nostri competitor italiani ed europei. Per questo motivo chiediamo un gesto di buonsenso agli autotrasportatori e una mediazione che porti allo sblocco della situazione in tempi brevi”.  

“Gli autotrasportatori hanno pienamente ragione e fanno bene ad alzare la voce – ha dichiarato Michele Laporta, presidente del Consorzio Uva di Puglia Igp e presidente della Op Agritalia di Barletta – La situazione è diventata insostenibile, chi gestisce un'azienda lo sa perfettamente. Per questo non posso che manifestare la nostra vicinanza a una categoria in grande difficoltà, con cui abbiamo a che fare quotidianamente”.

“Dobbiamo impegnarci a spingere il Governo ad adottare i provvedimenti necessari per annullare i rincari e a riportare la situazione quantomeno a 7-8 mesi fa – ha concluso Laporta – Possiamo uscire da questa situazione, ma il fronte deve essere compatto“.

Potrebbe interessarti anche