Lo stato di agitazione, per l’associazione Autotrasportatori Sardi Riuniti, di fatto non è mai rientrato. E infatti, dopo aver protestato a lungo contro l’aumento dei costi lo scorso marzo, il 17 giugno è stato proclamato un nuovo fermo regionale dei servizi, a partire dalle 8.00 di lunedì 27 giugno.
Il malcontento degli autotrasportatori non è relegato alla sola Sardegna, ma sta pian piano interessando tutta l'Italia. Non piacciono i continui rincari alla pompa e non piace l'immobilità del Governo.
“Sono 496 i milioni assegnati – aveva evidenziato qualche giorno fa il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo – e neanche un euro erogato e il rischio concreto che fra autorizzazioni comunitarie, piattaforme e procedure varie, al ritardo di 90 giorni già registrato, si sommi un altro periodo di attesa di durata ancora superiore. Di fronte a questo comportamento affermare che gli autotrasportatori siano disorientati è un eufemismo. Ciò che sconcerta è il completo disinteresse rispetto alle attese e alle necessità di imprese e di lavoratori che operano ormai quotidianamente al margine della sopravvivenza”.
Non si esclude, pertanto, che la protesta sarda possa dilagare lungo tutto lo Stivale andando a complicare la situazione del traffico sulle principali arterie, già interessate dalle prime affluenze dei turisti, molti dei quali stranieri.
Le adesioni in Sardegna
In Sardegna non si fermeranno solo i porti – che a marzo restarono non operativi per sei giorni – ma anche i piazzali e gli aeroporti.
A quanto dichiarato dall'associazione, lo sciopero non dovrebbe passare inosservato: sono già più di duecento coloro che hanno aderito al fermo, un numero che viene dato in aumento. La protesta mira a fare in modo che vengano erogati i 500 milioni già stanziati dal Governo per affrontare l’impennata del prezzo del gasolio.
Il prezzo del gas è fuori controllo
Quanto a quest'ultimo aspetto, la situazione è particolarmente critica per il gas naturale (Gnl): dopo un’iniziale riduzione della fornitura russa del 25%, venerdì scorso l’Eni ha stimato che la percentuale sarebbe raddoppiata. Manca dunque il 50% del gas, un fenomeno che coinvolge tutta l'Europa e che si traduce nell'aumento del prezzo: il Gnl per autotrazione si sta riavvicinando, alla pompa, ai due euro al chilogrammo.
Non scende nemmeno il prezzo del gasolio, che alla pompa supera i due euro al litro.
Autisti introvabili
Come se non bastasse, a mettere in allarme il mondo dell'autotrasporto è la progressiva carenza di autisti.
Un problema sentito a livello globale, tanto che sarebbero più di 2,5 milioni i posti vacanti tra Stati Uniti, Messico, Argentina, Europa, Russia, Turchia, Iran e Ciina.
Nei soli Paesi europei (Spagna, Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Polonia, Romania, Lituania, Belgio e Paesi Bassi), mancherebbero all'appello almeno 380mila professionisti, quasi il 10% dei posti complessivi.
E le previsioni non sono rosee: nel corso del 2022, secondo le statistiche, la situazione potrebbe aggravarsi anche per via dello scarso appeal che il settore ha sui giovani e sulle donne.