20 febbraio 2015

Azienda Agricola Campobasso. Prima il gusto, poi l’estetica

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La famiglia Campobasso opera nel settore ortofrutticolo da 40 anni con l’agrumeto pugliese Tenuta di Lago d’Anice (Castellaneta Marina in provincia di Taranto), fondato da Michele Campobasso nel 1975 è poi passato in gestione al figlio Marco che ha creato l’Azienda Agricola Marco Campobasso. Dal 2005 ha deciso di puntare sul biologico: 10 anni che hanno dato risultati importanti con crescite esponenziali nell’export.

«Il nostro prodotto di punta è un vecchio clone di Navel virusata: ha una capacità produttiva ridotta rispetto ad altri cloni ma una qualità eccellente – ci dice Marco Campobasso, intervistato nel suo stand al Biofach 2015 di Normiberga –. Produciamo dai 4 ai 10mila quintali, quantitativi che ovviamente dipendono dalle condizioni metereologiche e dal fatto che lasciamo alla natura fare il suo corso».

Il gusto e la qualità sono privilegiati rispetto all’estetica, e anche i consumatori apprezzano: «A volte i distributori non sono disposti a pagare un prezzo maggiore rispetto a quello offerto da altri produttori. Se noi vendiamo a 1,30 € – continua Campobasso – mentre altri offrono prodotti al di sotto dell’euro, il distributore tiene in considerazione solo il prezzo. Sempre più spesso i consumatori finali che non trovano i nostri prodotti ci scrivono chiedendo di poterli avere direttamente a casa e noi siamo ben felici di inviarli perché questa per noi è una grande gratificazione. Ci dimostra che da 10 anni a questa parte stiamo lavorando in sintonia con le esigenze dei consumatori».

Ma i risultati più convincenti arrivano in realtà dai mercati esteri: Finlandia, Lussemburgo, Francia, Austria e soprattutto Germania. Quest’ultima, d’altronde, è al primo posto per consumi di prodotti biologici, e non a caso la principale fiera del settore si svolge proprio a Norimberga. «In due anni la Germania è diventata per noi un mercato importantissimo, che assorbe il 25% delle nostre vendite. E ci sono ottime prospettive per arrivare al 40%. Devo dare merito – continua Campobasso – al nostro venditore che addirittura a settembre e ottobre è riuscito a vendere l’arancia Valencia, che in questo periodo è esteticamente molto brutta. Questa varietà, se non raccolta a maggio e giugno, si imbruttisce e spesso viene rifiutata. Il sapore però è delizioso e i consumatori tedeschi, pragmatici, badano alla sostanza».

Prossimo obiettivo: Regno Unito. Qui il biologico sta crescendo anche grazie a forme distributive alternative quali vendita diretta, online, dettaglio indipendente e negozi bio che nella patria dell’hamburger stanno spingendo molto il cosiddetto “healty food”.

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