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12 giugno 2024

Aziende alimentari: 70% ridurrà sprechi, 53% punta su rinnovabili

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In occasione dell’evento Food social impact “Green strategy – La sostenibilità come bussola per crescere”, al  Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, industria e distribuzione si sono confrontare su tematiche legate ad ambiente, nutrizione e persone in ottica di sostenibilità.

Nello spazio dedicato all’ambiente si sono analizzati i diversi aspetti della relazione banca-impresa ed in particolare si è approfondito come Bnl Bnp Paribas supporta le aziende del food, sia dal lato operativo che finanziario con un particolare focus sulla sostenibilità. I cambiamenti in atto spingono tutti gli attori a rivedere le proprie strategie con nuovi modelli organizzativi e prodotti sempre più efficienti, personalizzati e con soluzioni end-to-end.

Mariaelena Gasparroni, head of corporate banking Bnl Bnp Paribas: “Il food è uno dei settori trainanti il made in Italy a livello internazionale e tra quelli dove la congiunzione banca-finanza e sostenibilità trova la migliore e più efficace applicazione. Nasce anche da questa consapevolezza la presenza di Bnl Bnp Paribas al fianco di Food social impact, dove portiamo la nostra expertise di banca e di gruppo, grazie a strutture di coverage settoriale e a team specializzati come il green desk, in grado di accompagnare gli imprenditori sia nei loro programmi di crescita sia nelle transizioni in chiave di sostenibilità”.

Secondo Alessio Ancillao, head of green desk Italy, Bnl Bnp Paribas si impegna a promuovere la transizione energetica, realizzando nel mercato italiano le politiche e le ambizioni Esg di Bnp Paribas. A tale proposito, la banca si è recentemente dotata di un green desk. Una struttura specialistica dedicata a tradurre questa strategia in operazioni per i clienti del mondo agricolo, pmi e midcap. Con un’offerta flessibile e dinamica, BNL vuole affiancare al tradizionale financing anche la proposta di soluzioni end-to-end, servizi e prodotti che consentano alle aziende di intraprendere la transizione energetica come primo passo per un percorso verso la decarbonizzazione e la riqualificazione tecnologica degli impianti produttivi.

I risultati della ricerca sul futuro della sostenibilità per le aziende italiane

Secondo l’indagine “Sostenibilità. A che punto è il food italiano?” condotta da Food e presentata in anteprima all’evento, nei prossimi 3-5 anni la sostenibilità sarà proprio tra le principali sfide delle aziende al pari, se non addirittura più importante, della profittabilità e dell’innovazione, che occupano rispettivamente il secondo e il terzo posto nelle sfide di domani.

Secondo gli intervistati, la creazione di una filiera di imprese sostenibili è frenata principalmente dall’aumento dei costi per materie prime ed energia (53,6%) e dalla mancanza di fondi (46,4%). In merito alle azioni di sostenibilità ambientale, nei prossimi 6 mesi il 42,9% delle aziende intende incrementare il livello degli investimenti green, adottando soluzioni di circular economy e riducendo gli sprechi (71,4%) e impiegando energia da fonti rinnovabili per i processi produttivi (53,6%).

Le azioni di sostenibilità

Inoltre, il 60,7% degli operatori presterà maggior attenzione alla selezione dei fornitori ed il 35,7% opterà per una ottimizzazione del comparto logistica e del magazzino. Molto si farà anche sul fronte del packaging con particolare attenzione ad imballaggi che prevedono l’utilizzo di materiali riciclati (60,7%). La sostenibilità si declina anche sulla popolazione aziendale attraverso il mantenimento dell’equilibrio vita-lavoro (53,6%) e benefit (50%), oltre alla gender equality su cui punta il 46,4% delle imprese. Volgendo lo sguardo alla sostenibilità in ambito nutrizionale il 53,6% delle aziende ritiene fondamentale comunicare, tramite l’etichetta, le certificazioni delle materie prime e gli ingredienti funzionali (50%). Infine, l’attenzione agli sprechi attraverso la donazione delle eccedenze vede l’impegno del 46,4% delle aziende, le quali includono anche soluzioni di vendita alternative (35,7%) e l’utilizzo di piattaforme digitali per gli invenduti (26,9%).

Fonte: Bnl Bnp Paribas

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