12 maggio 2021

Aziende connesse: Cortilia verso l’esperienza fisica?

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E' il 2011 quando Marco Porcaro, oggi Ceo di Cortilia, dà vita al suo progetto imprenditoriale: “La filiera agricola non era online – ha ricordato oggi durante il workshop “Impresa connessa: strategie e assetto delle aziende di successo” inserito nel Netcomm Forum – La domanda dei consumatori però era già alta. Non è stato difficile credere alla bontà del progetto“.

La tecnologia al centro

Marco Porcaro, Ceo di Cortilia

Quando nasce Cortilia lo scenario non è molto diverso da quello odierno: l'offerta è frammentata e conta molti piccoli imprenditori agricoli, la domanda si compone di consumatori attenti, con grandi aspettative: “Quella agroalimentare è una filiera che da sempre contempla molti intermediari – ha proseguito Porcaro – Ci siamo chiesti come colmare le inefficienze del sistema per portare il prodotto di 250 aziende agricole a decine di migliaia di famiglie nei tempi giusti”. Si è dunque lavorato sulla comunicazione, sulla logistica e, soprattutto, è stata messa al centro la tecnologia: “Il dato è il cuore del nostro sistema – ha sottolineato il Ceo – Dall'organizzazione dell'offerta, alla conoscenza del consumatore, nulla viene fatto senza l'ausilio degli strumenti tecnologici adeguati”.

La pianificazione dell'ultimo miglio è strategica

Tra questi, l'intelligenza artificiale: “I big data sono centrali nei nostri processi decisionali – ha proseguito – Grazie alle informazioni che ne derivano, programmiamo che cosa vendere e a chi. Strategica è la pianificazione efficiente dell'ultimo miglio”.

Cresce l'e-commerce, merito della pandemia?

Negli ultimi 18 mesi, complice anche la pandemia, Cortilia è cresciuta del 170% e ha attratto una nuova tranche di investimenti pari a 34 milioni di euro. Secondo Porcaro, però, l'emergenza sanitaria ha solo accelerato dei processi già in atto: “Il Covid-19 ha rotto l'inerzia di tanti consumatori reticenti all'online – ha precisato – Ma il trend positivo dell'e-commerce dei prodotti agroalimentari era già in atto. Dati alla mano, il cliente che prova il nostro servizio torna“.

E, pertanto, sono due le ambizioni di Cortilia: espandersi nelle regioni del centro-sud e essere percepita come azienda sostenibile a 360 gradi, dunque nell'accezione economica, sociale e ambientale: “La tecnologia ci aiuta a non disperdere prodotto – ha aggiunto – Oggi abbiamo uno scarto dell'uno per cento“.

L'investitore perfetto

cortilia_milano_24oreTra gli altri, ha creduto nel progetto anche Renzo Rosso, co-fondatore di Diesel (abbigliamento): “Tra investitore e imprenditore ci deve essere innanzitutto “chimica” – ha spiegato Andrea Di Camillo, venture capitalist e imprenditore – Senza feeling il progetto non decolla, il grosso del lavoro è costruire il rapporto tra due figure che sono destinate a condividere tanti momenti topici e a evolvere insieme, ognuna nel rispettivo ruolo”. Gli elementi che fanno sì che una realtà nascente diventi un'impresa di successo sono numerosissimi e, secondo Di Camillo, difficilmente codificabili: “La componente umana dell'imprenditore è fondamentale – ha specificato – E la presenza di fondi qualificati certamente attrae nuovi investitori”. Questi ultimi possono essere tra i più disparati, ma Di Camillo ha tenuto a sottolineare che “la finanza tradizionale non è pervenuta a questo tavolo, probabilmente per l'assenza di strumenti di valutazione adeguati”.

Verso l'esperienza fisica?

I numeri, i nuovi investitori, la popolarità del brand Cortilia confermano la strategia di impresa corretta, ma non basta. Per dirla con le parole di Porcato, “abbiamo l'ambizione di fare ancora tantissima strada, il mercato alimentare italiano è ancora molto poco penetrato, il potenziale è alto”. E ha concluso: “Nel 2021 l'esperienza deve essere omnicanale. Non pensare anche a un'esperienza fisica significa non essere in sintonia con il consumatore che crede in noi”.

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