08 aprile 2021

Banco Fresco, il category killer del freschissimo fa sul serio

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Sembrava tutto fermo dopo lo sbarco nel 2017 e l'apertura dei due primi punti di vendita, ma ora invece qualcosa si muove e sembra anche con una certa celerità. Banco Fresco, infatti, ha annunciato l'arrivo in Lombardia e un piano di sviluppo complessivo che prevede “6 nuove aperture nel 2021, 10 negozi nel 2022, puntando al raddoppio nel 2023“. Finalmente, il super specialista del freschissimo, quello che da molti analisti è stato definito sin dal suo arrivo in Italia – prima con il negozio di Beinasco, a due passi da Torino, e poi con quello nel capoluogo piemontese vicino allo Juventus Stadium – il “category killer del freschissimo“, a partire dall'ortofrutta che nel suo assortimento è centrale e fondamentale, ha deciso di cominciare a far sentire la sua presenza in modo più deciso.

Riccardo Coppa, Direttore Generale di Banco Fresco

L'arrivo in Italia quattro anni fa era avvenuto quasi in sordina, senza alcun annuncio, né tanto meno comunicato stampa. Si pensò, peraltro, che fosse l'estensione di Grand Frais, ma in realtà al di là dell'evidente somiglianza della formula e alla presenza nel capitale di Denis Dumont, fondatore della catena francese, le due insegne sono indipendenti. Questa volta, invece, a dimostrazione di un evidente cambio di strategia, l'insegna di proprietà del Gruppo Prosol Compagnia di Gestione SRL, ha deciso di fornire più dettagli, con una dichiarazione anche di Riccardo Coppa, direttore generale di Banco Fresco, che sottolinea i punti di forza di questo format: “Abbiamo voluto ricreare quell’atmosfera magica dei mercati coperti d’altri tempi, avvolti dai profumi e dai sapori rionali, introducendo però tutti i vantaggi che una struttura moderna oggi è in grado di offrire”.

E-commerce chiuso, si punta tutto sul fisico

In realtà qualcosa si era mosso già a maggio dell'anno scorso, con il lancio dell'e-commerce, sebbene poi chiuso perché ritenuto troppo “complicato” da gestire (vedi qui il messaggio), ma ora i rumors dell'apertura di nuovi negozi che si rincorrevano trovano conferma. La formula sarà quella già testata a Torino: “prodotti ricercati, provenienti sia dalla migliore filiera italiana con le sue numerose eccellenze locali, ma anche dalla filiera estera, con l’obiettivo di garantire tutto l’anno un binomio costante di convenienza e qualità”. Le referenze sono 3.250, e spaziano “dall’ortofrutta, cuore centrale dell’offerta, ai formaggi e latticini, passando per la macelleria e salumeria, pescheria, dispensa alimentare fino ad arrivare alla panetteria, gestita in partnership con il marchio El Pan”. E nel reparto ortofrutta niente confezionato, ma tutto sfuso. Il motivo? “Contenere gli sprechi, evitando così allo stesso tempo di imporre un peso specifico al cliente”. Una scelta da una lato coerente con l'idea di voler essere un “mercato coperto di una volta”, ma quasi controcorrente, considerando la crescita del confezionato anche e soprattutto da quando siamo entrati nell'era pandemica.

Insomma, sarà un competitor in più per tutti le insegne della grande distribuzione, questo è sicuro. Se, come si continua a ripetere, freschi e freschissimi sono centrali e servono per marcare la differenza rispetto agli altri, Banco Fresco è colui che ha messo al centro questi reparti con una profondità di scelta e segmentazione difficile da eguagliare.

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