Diversificazione e qualità. Sono i due criteri cardine, a livello mondiale, che sia la Gdo che la ristorazione intendono seguire quando devono scegliere il pomodoro da mensa. E questa tendenza continuerà a svilupparsi anche in futuro.
Sono alcuni dei temi emersi durante il congresso dal titolo “Tomatoes, trend towards 2020“, che si è svolto ad Anversa in Belgio dal 13 al 15 aprile e che ha cercato di analizzare le tendenze future di un comparto centrale a livello mondiale nel mondo ortofrutticolo come quello del pomodoro da mensa.
Come riporta il sito della rivista Fruchthandel Magazin, media partner dell’evento (prossimamente nell’edizione cartacea verrà dedicato ampio spazio ai temi sviluppati durante il Congresso), nella cittadina belga si sono riuniti circa 230 delegati provenienti da tutti i settori della filiera per discutere di marketing e di ricerca. Nella sua nota introduttiva Philipe Binard, segretario generale dell’organizzazione ortofrutticola europea Freshfel, ha affermato che al momento il pomodoro fresco rappresenta circa il 16 % della produzione orticola mondiale. E la produzione mondiale non si arresta, tanto che dal 2000 a oggi è cresciuta del 49%.
Il produttore più importante a livello mondiale rimane la Cina, seguita dai Paesi dall’Unione Europea. La produzione europea di pomodori freschi ammonta a 6,8 milioni di tonnellate (2014) e rappresenta il 7,8% delle coltivazioni mondiali. Come ha sottolineato ancora Binard, i pomodori rappresentano il più grande gruppo nella fornitura di verdura fresca in Europa.
La conferenza, che si è svolta nell’arco di un giorno e mezzo, ha fornito una panoramica della coltivazione e del consumo nei diversi Paesi, nonché uno sguardo circa le evoluzioni future.
Fonte news: www.fruchthandel.de