Manca circa un mese all'inizio della campagna vendite dei piccoli frutti made in Italy: difficile fare previsioni, dicono i principali produttori concentrati in Piemonte, perché il clima invernale particolarmente rigido ha ritardato la campagna nella zona di una ventina di giorni, ma visto il trend del mercato le aspettative sono positive.
«In termini quantitativi credo che quest'anno produrremo circa 4mila quintali di mirtilli, 3mila quintali di lamponi, a seguire more e ribes e circa 4mila di Nergi®, il baby kiwi che per noi è il quinto dei piccoli frutti» spiega Romualdo Riva direttore commerciale di Ortofruit Italia che annovera circa 150 soci produttori di cui una quarantina dedicati ai berries.
Il babykiwi Nergi® di Ortofruit viene prodotto in circa 80 ettari in provincia di Cuneo, i primi impianti sono stati messi a dimora nel 2013 e quella di quest'anno è la quarta campagna vendite. «Proseguiremo con le iniziative promozionali e le degustazioni nella Gdo – spiega Riva – il kiwi nergi è un prodotto poco conosciuto e il consumatore ha bisogno di assaggiarlo». Fino ad oggi i riscontri sono stati molto positivi: «Nel 2017 nelle attività promozionali nei punti vendita italiani circa il 50% di persone che si è fermato dalla promoter e ha degustato poi ha comprato il prodotto». Per quanto riguarda i classici berries negli ultimi anni Ortofruit è cresciuta molto in termini di vendite e riesce a coprire tutto l'anno con prodotto proprio, da maggio a novembre, e con quello di importazione nei restanti mesi dell'anno.
Sempre nel cuneese la cooperativa Blu di Valle, specializzata nei piccoli frutti all'interno dell'organizzazione di produttori Lagnasco Group, si prepara alle vendite di mirtilli, prodotti da circa un centinaio di soci. «Quest'anno prevediamo circa 400 tonnellate, la produzione dovrebbe essere in aumento di circa il 20% rispetto allo scorso anno – afferma Massimo Perotto responsabile commerciale di Lagnasco Group – è prematuro parlare di qualità, comunque il maltempo non ha provocato alcun danno alle piante di mirtillo». Il 50% della coltivazione di mirtilli Lagnasco è convenzionale mentre il restante segue i dettami dell'agricoltura biologica. Le vendite della cooperativa si concentrano per il 70% all'estero, in Inghilterra, Irlanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda e Germania. «Negli ultimi due anni in Italia si è registrato un leggero aumento di consumi sul mirtillo fresco – dice Perotto – rispetto a Paesi come l'Inghilterra. In Italia la crescita è ancora abbastanza tiepida, quindi ben vengano iniziative come Progetto Salute, in collaborazione con Ant ,che potrebbero dare maggiore impulso ai consumi».
Tra i produttori che fanno parte di Progetto Salute la cooperativa Piccoli Frutti srl, in provincia di Torino, è l'unica a produrre anche frutta trasformata. «Siamo specializzati nei piccoli frutti quindi mirtillo, lampone e ribes, frutti di bosco e mora che vendiamo principalmente all'estero – spiega Andrea Bernucci – oltre al prodotto fresco siamo specializzati in succhi di frutta (nettari) e composte che vendiamo soprattutto in Italia ma puntiamo ad aumentare le vendite all'estero». Entro l'estate Piccoli Frutti porterà sul mercato anche i berries essiccati in formato snack.