18 febbraio 2020

Bilancio Ue, per De Castro proposta Charles Michel inaccettabile

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“Inaccettabile e offensiva nei confronti dei nostri agricoltori e dello stesso Parlamento europeo”. Così Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura dell'Europarlamento, ha giudicato la proposta presentata dal Presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, sul quadro finanziario Ue per i prossimi sette anni, “che sottrae globalmente 53,6 miliardi di euro ai fondi attuali della Pac“. Un compromesso finanziario che farebbe pagare agli agricoltori, da tempo alle prese con una sempre maggiore instabilità, il costo della ‘nuova Europa'.

Per De Castro infatti, “il Consiglio Ue, tagliando ulteriormente di 5 miliardi  i fondi per le aree rurali rispetto alla proposta della presidenza finlandese, probabilmente sta dimenticando che la sostenibilità ambientale non può esistere senza la sostenibilità sociale ed economica del settore“. “Del resto – prosegue l'eurodeputato Pd – i fondi per lo sviluppo rurale fanno da capro espiatorio a una proposta di bilancio miope, che punta a un taglio di 24,2 miliardi del sistema di finanziamento attuale, ossia del 25% rispetto al settennato che si conclude“.

Sulla futura riforma della Pac, “i cui negoziati tra Parlamento, Commissione e Consiglio Ue dovrebbero iniziare subito dopo la pausa estiva per concludersi, ci auguriamo, nella prima metà del 2021”, De Castro rassicura gli enti politici “sull'impegno assunto dal Parlamento europeo per salvaguardare il ruolo degli attori locali e delle autorità regionali nel processo decisionale, tramite il collegamento diretto tra Regioni e Unione europea. Un vincolo che la Commissione europea vorrebbe invece eliminare nella sua proposta di riforma della Pac”.

“Come Eurocamera siamo fermamente convinti dell'importanza di garantire un certo grado di flessibilità alle nostre Regioni, attraverso una gestione decentralizzata della Pac. Per questo – ha concluso De Castro – abbiamo bisogno del vostro aiuto poiché temiamo che il Consiglio europeo potrebbe opporsi alle nostre richieste”.

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