Biologico

21 febbraio 2025

Bio e consapevolezza dei consumatori: bene ma non benissimo

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Crescono i consumi di prodotti bio in Italia, siamo al quarto posto nella classifica mondiale. Ma il consumatore conosce a fondo quello che acquista? E' in grado di compiere una scelta consapevole? Sono le domande a cui ha risposto la ricerca di Nomisma in collaborazione con AssoBio. Dalla quale, nel complesso, emerge per il 2024 un trend positivo del settore.

Consumi bio in Italia in crescita

Il consumo di cibo biologico in Italia è in espansione. Dall’indagine di Nomisma risulta che il 93% della popolazione tra i 18 e i 65 anni – si sta parlando di 24 milioni di famiglie – ha acquistato almeno un prodotto alimentare biologico nell’ultimo anno. Tornando indietro di poco più di dieci anni fa - siamo al 2012 - questa percentuale si attestava intorno al 50 per cento. 

Il che significa, interpretando i dati, che oggi i consumi di prodotti alimentari bio si sono consolidati: non si tratta di moda o di semplice curiosità, ma di acquisto consapevole. Un altro dato che conferma il trend riguarda la spesa pro-capite di prodotti bio: secondo la ricerca, in Italia, è pari a circa 67 euro (dati 2022), il che equivale al 3% della spesa alimentare in iper e supermercati.

E' la Distribuzione Moderna a generare circa il 58% delle vendite legate ai consumi domestici di prodotti bio; nel corso del 2024 è stato registrato un incremento significativo, tanto da raggiungere il valore complessivo di 2,2 miliardi, il che equivale a una crescita del 4,5 % rispetto al 2023.

Una scelta consapevole

I consumatori che acquistano prodotti biologici sono, o perlomeno dovrebbero essere, consumatori consapevoli. Secondo Nomisma, infatti, hanno almeno due motivi per compiere una scelta oculata: comprano cibi che normalmente costano di più e hanno una propensione alla ricerca di materie prime di qualità.

Nella percezione dei consumatori il biologico è infatti sinonimo di cibo sano e di qualità: l’82% dei consumatori associa il marchio bio alla sostenibilità ambientale e il 71% a processi produttivi senza chimica di sintesi.

I consumatori di prodotti biologici apprezzano anche l’impegno degli agricoltori che hanno scelto mi metodo biologico verso la tutela e la salvaguardia del suolo (79%), ma anche la qualità e la tracciabilità garantite dalla certificazione europea (76%) e l’assenza di prodotti di sintesi (73%).

Un mercato in crescita

I prodotti biologici sono percepiti come prodotti a valore aggiunto per quanto riguarda la sicurezza per la salute (19%), la trasparenza dei processi produttivi lungo la filiera (19%) e migliori proprietà nutrizionali (14%). A fare il resto è la crescente attenzione alla sostenibilità, che supporta un trend di mercato in crescita: il 21% del campione dichiara di essere pronto a spendere di più per prodotti più sani.

Nuovi claim: che confusione?

Nonostante però i cibi bio siano considerati la scelta ideale per chi vuole mangiare sano e per chi è attento alla sostenibilità ambientale, secondo la ricerca emerge un po' di confusione tra i consumatori generata da claim di ultima generazione che evocano una filosofia green.

Tra questi ci sarebbe la dicitura residuo zero che sempre più di frequente si trova sulle confezioni di prodotti alimentari di origine vegetale, freschi o trasformati. L’indagine di Nomisma pone l'attenzione sull'incertezza e sulla scarsa consapevolezza dei valori che questi claim vorrebbero esprimere. Soprattutto, emerge dall'indagine, ci sarebbe perplessità sulle qualità che questi claim dovrebbero garantire.

Per semplificare il concetto, bastano un paio di numeri: secondo Nomisma, infatti, due persone su tre ritengono che la dicitura residuo zero indichi metodi di produzione totalmente privi di chimica di sintesi. Ma gli addetti ai lavori sanno che non è così. 

Un'altra risposta che ha portato alla luce una possibile confusione, riguarda quella data alla domanda dell'indagine che recita: quali differenze ci sono, secondo lei, tra un prodotto alimentare di origine vegetale, fresco o trasformato, a residuo zero e uno biologico?”. Il 54% del campione ha risposto che il biologico dà maggiori garanzie, il 23% ritiene equivalenti residuo zero e biologico, un altro 23% ritiene che residuo zero sia superiore. 

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