Il mondo del biologico ormai catalizza l'attenzione di molte insegne della grande, ma anche piccola, distribuzione, ma al tempo stesso colmare le perdite dovute ai grandi investimenti in questo settore, seppure in presenza di fatturati che crescono a doppia cifra non è così semplice.
Un esempio arriva dal Belgio dove il mercato del biologico vale (dati relativi al 2016) 586 milioni di euro ed è in costante crescita dal 2008 ad oggi: +12% rispetto all'anno precedente, con i prodotti freschi bio che crescono del 13% e, nel complesso, una quota di mercato del 3% rispetto ai consumi alimentari di questo paese.
Un business che qui, come in altri paesi europei d'altronde, Italia in primis, è in grande crescita e che naturalmente ha attirato l'attenzione dei principali retailer. In Belgio il gruppo Colruyt ha aperto il primo punto vendita a insegna Bio-Planet nel 2001 e, a chiusura dello scorso esercizio (marzo 2017) conta 25 supermercati con un assortimento che naturalmente si rivolge anche a vegani e vegetariani nonché a chi cerca tutto l'articolato mondo di prodotti della galassia free from.
Se nell'ultimo esercizio il fatturato è aumentato di quasi il 25%, raggiungendo i 122 milioni di euro, anche le perdite nette, per il secondo anno consecutivo sono aumentate arrivando a 4,8 milioni di euro. Cattiva gestione? Business in realtà poco remunerativo? Niente di tutto questo secondo il quotidiano economico belga (fiammingo) De Tijd, che in un approfondita analisi sostiene come questo sia il prezzo da pagare a fronte di una politica di espansione molto ambiziosa e che intende portare l'insegna, entro il 2022, ad avere 40 negozi, tanto che nell'aprile scorso il gruppo ha aumento il capitale di Bio-Planet con 30 milioni di euro.
La fretta di diventare grandi e con quote di mercato sempre più importanti nel settore del biologico in Belgio è dovuto anche dalla concorrenza, che non manca e che ha messo gli occhi sul biologico da tempo: Delhaize e Carrefour, insieme, detengono il 41% delle quote di mercato del bio in Belgio, ma crescono anche le insegne del mondo discount tedesco, Lidl e Aldi, che insieme raggiungono il 9,4% (il 5,5% nel 2015). Infine ci sono anche i gruppi belgi Sequoia Bio & Natural Market (7 negozi), Origin’O (17 negozi) e la catena francese Bio C’Bon (2 negozi).
Credit news: De Tijd. Credit foto: Bio-Planet