Si è celebrata oggi, 18 giugno, la giornata nazionale dei distretti del cibo, istituita dalla consulta nazionale per la salvaguardia della biodiversità agroalimentare e della vivibilità del paesaggio rurale.
Una data scelta in concomitanza della giornata mondiale della gastronomia sostenibile voluta dall’Onu nel 2016.
In tutta Italia, dalla Sicilia alla Sardegna, si sono svolte iniziative per coinvolgere i territori in quella che sarà la grande sfida lanciata dall’Unione europea sullo sviluppo delle aree rurali che valgono l’83% della superficie europea.
Uno strumento di aggregazione
“I distretti del cibo– dichiara il presidente nazionale Angelo Barone – risultano il migliore strumento aggregativo delle comunità locali per organizzare e valorizzare i territori, intesi non come mera area geografica, ma come spazio di interazioni, così come li ha individuati in Italia il legislatore con la legge n. 205 del 27 dicembre 2017. Per questo è necessaria una strategia di sviluppo comune, una comunità rimane in vita se un territorio rurale cresce in modo organico e genera opportunità per tutti gli attori che lo compongono”.
Il cibo coinvolge
Il cibo e l'agricoltura sono il riferimento da cui partire per un percorso di sviluppo sostenibile, poiché il cibo è coinvolgente e, nelle sue molteplici implicazioni, lega in modo stretto le persone, l’organizzazione delle comunità, la salute e la qualità della vita con le risorse naturali, la terra, la biodiversità, la loro gestione e salvaguardia. Sono i territori che inventano e sperimentano con successo soluzioni che rispondono in chiave ecologica ai tanti bisogni della comunità, dai rifiuti ai trasporti, dagli acquisti del cibo ai servizi, sono i territori che arricchiscono i prodotti di un valore aggiunto unico e irripetibile, adeguato a rappresentare il made in Italy nel mondo. “E’ necessario costruire un patto di comunità che sappia fare sistema fra distretti, Gal, aree interne – aggiunge Barone – Sostenere gli obiettivi comuni, migliorare la coesione economica, sociale e territoriale e rispondere alle aspirazioni condivise delle comunità rurali”.
Il tavolo europeo
La consulta nazionale dei distretti del cibo ha partecipato al tavolo europeo Rural pact conference, sul patto rurale riunito a Bruxelles gli scorsi 15 e 16 giugno con una delegazione composta dal vice presidente Roberto Mazzei, dal consigliere Gianni Capalbi, dal coordinatore del comitato scientifico Piermichele La Sala e il componente del comitato tecnico Gianluca Gariulo.
Una due giorni molto interessante in cui diversi rappresentanti delle aree rurali di tutta Europa si sono confrontati, hanno ascoltato esperti, condiviso fabbisogni ed immaginato strategie e proposte sulle nuove politiche da adottare per migliorare la vita nelle aree rurali. Si è discusso di resilienza, innovazione (local innovation), digitalizzazione, connessioni funzionali, smart village, economia circolare, comunità energetiche, sanità di prossimità, aree pilota, servizi pubblici & food safety.
“Oggi come non mai è importante coinvolgere le comunità locali per un approccio olistico che partendo dal basso riesca a coniugare crescita economica e sociale – spiega Roberto Mazzei, rappresentante a Bruxelles per la Consulta nazionale – occorre cominciare ad immaginare cambiamenti negli usi e costumi quotidiani di villaggi rurali sempre più multietnici e costruire una progettualità in grado di dare priorità a infrastrutture moderne, favorire la filiera corta per preservare le produzioni locali e gli agricoltori, ma, nello stesso tempo sfruttare il metaverso per collegare gli imprenditori locali con tutto il mondo”.
Il prossimo appuntamento
In occasione della giornata nazionale i distretti aderenti alla consulta hanno presentato i progetti di sviluppo approvati e finanziati dal Mipaaf che rappresentano la prima azione di sistema di sviluppo sostenibile nel nostre Paese.
Il prossimo appuntamento della consulta sarà il primo luglio a Firenze, alla sede dell’Accademia dei Georgofili per l’assemblea nazionale dei distretti del cibo, il patrocinio della Regione Toscana e la collaborazione della consulta regionale dei distretti toscani.
Fonte: Consulta nazionale dei distretti del cibo