Utilizzare le risorse agroindustriali in modo efficiente per valorizzare gli scarti ed evitare gli sprechi, realizzando sottoprodotti ad alto valore aggiunto che coniughino sostenibilità ambientale ed economica . Questo è l'obiettivo del progetto Susincer – Sustainable use of bioactive compounds from Brassicaceae and Solananceae wastes for cereal crop protection (Utilizzo sostenibile di composti bioattivi estratti da scarti di Brassicaceae e Solanaceae per la protezione di colture cerealicole), coordinato dal Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali del Crea, in collaborazione con Crea ingegneria e trasformazioni agroalimentari e Crea politiche e bioeconomia.
Il progetto, della durata triennale, parte dall'individuazione delle varietà di patata da industria e coprodotti della filiera delle Brassicaceae più idonei per composizione biochimica, grazie a metodiche computer based e wet Lab (oppure metodiche bioinformatiche e di biologia molecolare). Dopo averne ottenuto scarti di lavorazione (bucce per le patate, residui della disoleazione delle radici e dei fusti per la rucola) ad alto valore aggiunto, (ricchissimi in biocomposti attivi quali glucosinolati, glicoalcaloidi, fenoli e flavonoidi, utili per la difesa della coltura stessa nei confronti degli stress biotici), si prefigge la realizzazione di miscele e formulati da utilizzare come risorsa nella difesa delle due colture maggiormente diffuse al mondo, mais e frumento. Queste ultimi, infatti, sono facilmente soggetti agli attacchi di funghi e patogeni, che producono tossine dannose per la salute dell'uomo e degli animali. Riducendone, quindi, l'esposizione a funghi e patogeni, si riducono anche le micotossine e si ottengono, di conseguenza, cereali più salubri. Le nuove formulazioni ad alto potere antifungino verranno, infine, reintrodurre nella filiera delle produzioni cerealicole per la difesa da patogeni fungini e da insetti fitofagi, conciliando in tal modo un impatto ambientale ridotto con l'adozione di una difesa fitosanitaria più sostenibile.
Una opportunità in più, insomma, sia per gli agricoltori , che attualmente non dispongono di validi biofungicidi a basso impatto ambientale; sia per i consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità del prodotto acquistato, ma anche per le aziende che producono fertilizzanti, interessate a sviluppare nuovi prodotti in grado di incrementare il valore economico e ambientale dei propri scarti industriali.
«In effetti, lo svolgimento del progetto Susincer, – spiega Carlotta Balconi, ricercatore Crea e coordinatore scientifico del progetto – grazie alla molteplicità delle expertises coinvolte, prospetta un avanzamento della ricerca in campo agroalimentare tramite l'utilizzo di molecole bioattive in un contesto di economia circolare e di chimica verde. In particolare, la caratterizzazione e la valorizzazione delle biomasse da colture industriali e il loro reimpiego in agricoltura sostenibile su colture cerealicole ampiamente coltivate nell'areale lombardo, comporterà una ricaduta a favore delle filiere coinvolte; puntiamo molto alla condivisione dei risultati e dei metodi sviluppati con la comunità scientifica e con gli stakeholders”.