Il futuro del bio è in rete. Reti associative e partecipative, infatti, sono i living lab, creati per co-progettare insieme agli attori di tutto il sistema agroalimentare ricerche e innovazioni che rispondano alle reali esigenze di ricerca a scala locale. Ugualmente, il dialogo diretto con i portatori di interesse (stakeholders) è alla base della stesura del Piano nazionale per l’agricoltura biologica. Questi sono gli obiettivi principali del progetto Perilbio, coordinato dal Crea Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura (Crea-Ofa) in collaborazione con i centri Crea, Orticoltura e Florovivaismo, Agricoltura e Ambiente, Zootecnia e Acquacoltura e Politiche e Bioeconomia.
Il progetto nasce dall’esigenza di dare continuità alla rete di Dispositivi di ricerca di lungo oeriodo (Drlp) in biologico del Crea, costruita con i precedenti progetti Retibio e Retibio2: Maior a Roma su albicocco, Plap9 su agrumicoltura e Biolea su olivo a Lentini (Siracusa), Mitiorg a Metaponto (Matera) e Move a Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno) entrambi su orticoltura. I Drlp sono veri e propri laboratori a cielo aperto, indispensabili per il monitoraggio del carbonio organico del suolo, la valutazione dell’adattabilità e della resilienza dei sistemi colturali alle variazioni delle condizioni ambientali in seguito al cambiamento climatico e, non ultimo, per il confronto e la verifica con le filiere locali che operano negli stessi contesti in cui i Drlp sono stati progettati.
Il progetto ha puntato a mantenere e rafforzare la rete dei Drlp Crea, implementandola con la progettazione di tre nuovi dispositivi sulla zootecnia: maricoltura presso l’isola di Capraia, avicoltura e cunicoltura presso il Crea Zootecnia e Acquacoltura di Monterotondo (Roma). Inoltre, sono state avviate azioni partecipative e di coinvolgimento attoriale intorno ai Drlp della rete, per integrare l’esigenza e le priorità di ricerca dei territori in cui i Drlp sono inseriti, con la creazione di due nuovi Drlp sulle produzioni vegetali (frutticoltura a Roma e orticoltura a Metaponto) basati sulle strategie di diversificazione (inclusa l’agroforestry) attraverso la costituzione di due living lab (ambienti partecipativi di co-innovazione e co-ricerca, di cui i Drlp costituiscono una delle componenti biofisiche).
Infine, si è lavorato allo sviluppo e alla definizione di un Piano nazionale per la ricerca in agricoltura biologica che, sulla base delle esigenze espresse dagli stakeholder del settore, ha individuato i principali temi di ricerca e sperimentazione da realizzare nei prossimi anni, coinvolgendo circa 40 esperti. Tra questi vanno evidenziati: trattamenti specifici per la conservazione delle sementi; alternative al rame per il controllo delle patologie; nuovi business model per la zootecnia biologica; mercato e percezione del consumatore; analisi della convenienza economica dell’agricoltura biologica nell’ambito dell’economia circolare.
Danilo Ceccarelli, tecnologo Crea Ofa e coordinatore del progetto, commenta: “La rete dei Drlp Crea e dei living lab va rafforzata. Si tratta di un approccio in grado di coinvolgere proattivamente tutti gli attori a scala locale e di favorire processi di co-innovazione e un più rapido trasferimento dell’innovazione stessa, perfino a chi non ha aderito direttamente alle attività. Inoltre, abbiamo verificato come le strategie di diversificazione testate e così i nuovi Drlp realizzati per la zootecnia contribuiscano alla riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti e alla promozione, oltre che alla conservazione, dell’agrobiodiversità e dei servizi ecosistemici ad essa collegati”.
Fonte: Crea