Non più moda e neanche nicchia. Nel ricco a articolato rapporto di Ismea presentato martedì 24 luglio sulla competitività dell'agroalimentare italiano, si fa cenno naturalmente anche al biologico, un settore che traina oramai da molti anni a questa parte i consumi alimentari italiani con performance costantemente a doppia cifra, come emerso anche durante l'ultima assemblea di AssoBio (vedi qui) che ha fatto il punto sui primi mesi del 2018.
Nel Rapporto presentato da Ismea, si fa il punto sul 2017 sottolineando come la penetrazione di acquisto nelle famiglie italiane abbia praticamente raggiunto la quasi totalità considerando che almeno “9 famiglie italiane su 10 hanno acquistato durante l’anno un prodotto certificato”, a conferma anche della presenza dei prodotti biologici all'interno di tutti i canali di vendita esistenti in Italia.
Se i consumi di biologico rappresentano circa il 3% di quelli complessivi degli italiani (in Gdo la quota è salita al 3,7%), una quota inferiore rispetto a quelle di altri paesi ma comunque in crescita costante anche in Italia, quelli di frutta e ortaggi nel 2017 hanno fatto registrare performance molto interessanti , tanto da essere definite dal Rapporto come “trainanti”: ortaggi +11,5% e frutta +18,3%.
Il Rapporto, infine, mette in evidenza una delle classiche dicotomie presenti in Italia quando si osserva la divisione geografica dei consumi biologici, con il Nord, ma anche il Centro, dove la domanda supera nettamente l'offerta – “la GDO sta investendo su una ristrutturazione dei punti vendita che valorizza gli scaffali allestiti con prodotti biologici” – e il Sud, invece, che si contraddistingue per la crescita delle superfici bio coltivate (vedi anche l'ultimo Rapporto Sinab) e il numero degli operatori che si dedicano alla conversione al biologico, ma non altrettanto per i consumi nettamente inferiori rispetto Centro-Nord.