La lavorazione del radicchio, nella Marca trevigiana, produce circa 20mila tonnellate di scarti: quindi foglie, radici ed altre parti che vengono eliminate prima del loro confezionamento e la loro immissione al consumo. Che farne? L’obiettivo è quello di riconvertirle in biometano per l’autotrasporto. Il progetto pilota è opera di Coldiretti Treviso, in collaborazione con Altran Italia e il Ministero dell’Ambiente. «L’idea è dir dar vita a delle piccole filiere, con impianti di non grandi dimensioni, che utilizzino residui delle produzioni agricole» ha dischiarato uno dei curatori del progetto, Francesco Faraon, al quotidiano il Gazzettino. Una delle caratteristiche del progetto sarà anche quella di non utilizzare ulteriori campi di culture dedicate, secondo quanto afferma, invece, Walter Feltrin, presidente provinciale di Coldiretti «non utilizzeremo terreno agricolo, destinato alla produzione di materie prime che devono esclusivamente diventare cibo».
16 febbraio 2014
Biometano dagli scarti del radicchio
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