La castagna è uno dei simboli dell’autunno per eccellenza, eppure in Italia la sua produzione ha subito una drastica riduzione passando negli ultimi dieci anni dall’11% a 4%. Questo nonostante la richiesta dell’industria della trasformazione sia positiva e in salute così come il consumo fresco, tanto che nell’ultimo triennio le importazioni in Italia sono triplicate e nel 2012 hanno raggiunto una quantità pari a quasi 15 milioni di chili.
Le cause di questo tracollo della produzione interna, oltre che negli andamenti stagionali sfavorevoli e nella diminuzione delle superfici dedicate, sono da ricercarsi soprattutto in un cinipide, la “vespa cinese” il Driocosmus Kuriphilus, un imenottero di origine cinese, diffuso in tutto il mondo, che in alcune zone produttive ha distrutto completamente la produzione.
A Bologna, durante il IV incontro dedicato al castagno (12 e 13 settembre), organizzato dall’AREFLH (Associazione delle Regioni Ortofrutticole Europee) insieme alla Regione Emilia-Romagna e al CSO, si discuterà anche di questo con esperti che arriveranno da diversi paese europei e si confronteranno soprattutto sulla lotta biologica al cinipide. L’ausilio, infatti, del predatore imenottero Torymus sinensis sta fornendo risultati apprezzabili che saranno illustrati durante una sessione dedicata.