Ancora disagi al Brennero. Per il prossimo anno sono previste nuove limitazioni al traffico per via dell'inizio dei lavori di manutenzione straordinaria al ponte austriaco di Lueg, ossia il viadotto più lungo (1,8 chilometri) della rete autostradale austriaca che si trova a circa sei chilometri dal confine di Stato con l'Italia, in territorio tirolese. Il che causerà rallentamenti e disguidi alla logistica.
A dirlo è lo studio di Uniontrasporti, la società consortile di Unioncamere e delle Camere di commercio per sostenere lo sviluppo e la strategicità di un sistema logistico e di trasporti competitivo ed efficiente.
La ricerca prende in esame due scenari, i quali hanno però un esito comune: sebbene con un peso diverso, i costi per la movimentazione di merci e di persone, per l'Italia, aumenteranno sensibilimente.
I tempi si allungano, i costi salgono
Secondo la ricerca, l'aumento dei costi (per trasporto persone e trasporto merci) sarà compreso in una forbice che va da 174 a 640 milioni. A causare questa impennata saranno principalmente i tempi di viaggio, che inevitabilmente si allungheranno.
"La capacità naturale di transito del Brennero è già stata ridotta di oltre il 50% da decisioni austriache contro le quali si è mosso da tempo il nostro Governo - argomenta Uniontrasporti - Le ulteriori restrizioni appesantiranno la situazione con riflessi negativi sia sui flussi turistici, sia su quelli commerciali. E potrebbero portare numerosi partner a interrompere contratti e relazioni con le nostre imprese”.
Le decisioni austriache a cui fa riferimento Uniontrasporti riguardano i divieti settoriali e notturni o il dosaggio dei mezzi pesanti. Provvedimenti che, secondo le stime, hanno generato un impatto economico negativo di due miliardi negli ultimi cinque anni.
Lo scenario pessimistico
Tornando al 2025, lo scenario peggiore identificato dal report vede l'autostrada del Brennero completamente chiusa al traffico, con il contemporaneo divieto di utilizzo della strada statale B182 per i veicoli pesanti.
Il traffico commerciale, quindi, verrebbe dirottato tra Tarvisio, il Gottardo e il San Bernardino: salirebbero inevitabilmente i tempi di percorrenza, con ricadute pesanti anche sui costi, viste anche le tasse elevate sui transiti in Svizzera e l'aumento della distanza. Il costo stimato per le imprese, in questa ipotesi, si aggirerebbe intorno di 327 milioni per il solo trasporto merci.
Lo scenario ottimistico
Lo scenario pià ottimistico ipotizza invece una riduzione della capacità di transito lungo l'autostrada del Brennero del 50%, con la disponibilità di una sola corsia per senso di marcia.
Anche in questo caso le ricadute non sarebbero di leggera portata: circa il 90% del traffico commerciale resterebbe infatti sull'asse autostradale, congestionandolo. Ne conseguirebbero tempi di percorrenza più lunghi e costi operativi maggiori, stimati intorno ai 93 milioni, sempre considerando solo i danni al trasporto merci.
Il restante 10% del traffico pesante verrebbe dirottato verso i passi del Gottardo, San Bernardino e Tarvisio, ma anche in questo caso ne deriverebbero ulteriori costi e sfide logistiche, considerando le tasse elevate che la Svizzera applica al traffico commerciale.
L'ipotesi ferrovia
In entrambi i casi appena visti, in teoria, sarebbe possibile il trasferimento del traffico sulla ferrovia del Brennero. Il problema, però, è che si tratta di un linea già prossima alla saturazione: non è quindi nelle condizioni di assorbire in modo efficiente l'aumento della domanda.
La soluzione (quasi) indolore
Una soluzione per arginare i danni, secondo Uniontrasporti, in realtà ci sarebbe. Basterebbe infatti lasciare transitabili due corsie del ponte per 365 giorni l’anno e sospendere il divieto notturno di transito dei veicoli industriali almeno durante l’esecuzione dei lavori. Oltrettutto, rileva la ricerca, il flusso veicolare risulterebbe più fluido, più sicuro e meglio distribuito durante l’intero arco della giornata, con positive ricadute anche in termini di impatto ambientale.