“Bisogna tutelare i 3,4 miliardi di euro di esportazioni agroalimentare made in Italy in Gran Bretagna, che si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del nostro paese per cibo e bevande, dopo Germania, Francia e Stati Uniti”. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione dell'invio da parte della Commissione europea al Regno Unito di una lettera di messa in mora per aver violato gli obblighi ai sensi dell'accordo di recesso sulla Brexit.
“Occorre evitare – sottolinea la Coldiretti – l’arrivo di dazi e ostacoli amministrativi e doganali alle esportazioni made in Italy che nell’agroalimentare nei primi sei mesi del 2020 sono aumentate di quasi il 4%. A preoccupare è anche la tutela giuridica dei prodotti a indicazioni geografica e di qualità (Dop e Igp) che incidono per circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare made in Italy e che, senza protezione europea, rischiavano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione da Paesi extracomunitari. Con l’uscita dall’Unione europea si teme anche che si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane, come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta già diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia ingiustamente quasi l’85% del made in Italy a denominazione di origine (Dop)”.