31 gennaio 2019

Brexit senza accordo? Meno frutta e verdura e più decessi nel Regno Unito

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Tra i tanti scenari che circolano sul dopo Brexit, indipendentemente dalla tipologia di accordo che verrà raggiunto con le Ue, aspetto ovviamente non certo secondario, c'è n'è anche uno che ha studiato l'impatto sul prezzo e la relativa assunzione di frutta e verdura in Inghilterra tra il 2021 e il 2030, con conseguenti decessi per malattie cardiovascolari. Lo studio è stato pubblicato dal The British Medical Journal ed è stato condotto da nove ricercatori dell'Imperial College London, dell'università di Liverpool e di quella di Gdańsk in Polonia.

Secondo i ricercatori, un paese che dipende, per quanto riguarda frutta e verdura, in modo così importante dalle importazioni –  l'84% della frutta e il 48% delle verdure consumate nel Regno Unito sono state importate – in caso di mancato accordo potrebbe veder schizzare i prezzi in alto con conseguente calo dei consumi e altrettanto conseguente aumento delle malattie cardiache e cardiovascolari. Risultato: un aumento di oltre 12mila decessi nei prossimi 10 anni.

In realtà i ricercatori hanno studiato gli impatti sull'assunzione di frutta e verdura in Inghilterra secondo quattro differenti scenari che prendono in considerazione la possibilità di un accordo di libero scambio con l'UE e il mantenimento della metà dei partner di libero scambio non UE, un accordo di libero scambio con l'UE, ma nessun accordo commerciale con i paesi terzi, il  “no deal Brexit” e infine un regime commerciale liberalizzato che elimina tutti i dazi all'importazione.

In tutti e quattro i casi la diminuzione di assunzione di frutta e verdura è sicura, anche se con oscillazioni e cali differenti. Ovviamente lo scenario più catastrofico è quello del Brexit no-deal: in questo caso gli inglesi ridurrebbero il consumo di frutta dell'11,4% e del 9% quello di verdura a causa dell'aumento dei costi. Ad esempio, le banane costerebbero il 17% in più, gli agrumi il 14% in più e i pomodori quasi il 15% in più. Il combinato di questi due fattori porterebbe a ben 12400 decessi in dieci anni.

Insomma, tra i tanti fattori che il governo britannico dovrà prendere in considerazione con la Brexit ci sono anche le implicazioni per la salute della popolazione a causa del probabile cambio di stile alimentare.

 

 

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