Quest'anno l'incertezza regna sovrana e pertanto c'è molta cautela negli investimenti. “Chi può rimanda l'acquisto di nuovi cassoni a tempi migliori, quando gli scenari saranno più chiari”. Dal suo privilegiato punto di osservazione Mauro Buratti, responsabile vendite di Capp Plast, azienda che produce contenitori, riassume così la situazione per myfruit.it.
“Nel complesso non possiamo lamentarci – aggiunge – Ma rispetto allo scorso anno, in cui abbiamo registrato ottime performance, quest'anno abbiamo venduto circa 20mila cassoni in meno“.
La frutta c'è, mancano i consumi
“Rispetto alla scorsa stagione – prosegue – quest'anno la frutta c'è, ma mancano i consumi. Nel reparto ortofrutta i prezzi sono alti, il consumatore si orienta su altri prodotti. Tra guerre, crisi energetica, costi della logistica, non ci sono certezze, da nord a sud il comportamento è lo stesso, non si riesce a fare programmazione. Il problema è che non si vede la fine, difficile ipotizzare scenari, azzardare previsioni”.
Bene il pomodoro, male le patate
In ambito ortofrutta, alcuni segmenti hanno però risposto positivamente. E' il caso dei pomodori: “Per questa stagione gli ordini oramai sono stati fatti ed è andata molto bene – spiega Buratti – Le ragioni del successo sono da ricercare nell'export, il prodotto italiano è infatti molto richiesto, e nella consistenza del mercato. L'industria del pomodoro è in mano a colossi, i quali possono permettersi di fare investimenti”.
Diverso il discorso per le patate: “Quest'anno c'è poco prodotto, non servono nuovi investimenti in cassoni. Vedremo che cosa succederà per le altre referenze, per ora abbiamo avuto un grosso ordine per le mele, ma non sappiamo come che cosa accadrà per pere e kiwi. Di sicuro la siccità non sta aiutando. Molti clienti mi riferiscono che raccoglieranno la metà della frutta invernale perché non c'è acqua”.
Probabile incremento dei listini
Quest'anno, per via dei costi delle materie prime e dei costi energetici in aumento, il prezzo dei cassoni ha subito un incremento del 20-25% rispetto al 2021: “Siamo consapevoli che ci sono situazioni in cui costa di più il contenitore del prodotto – fa notare il manager – La situazione è critica, c'è chi mi riferisce che ha preferito espiantare i frutteti in ragione dei cereali”.
“Non è escluso che dovremo ritoccare ancora i listini – conclude Mauro Buratti – Speriamo nell'assestamento dei prezzi delle materie prime, mentre sul fronte dell'energia non abbiamo speranze. Sappiamo già che aumenterà”.