Siamo soliti mangiarli durante l’aperitivo o in qualche piatto della cucina etnica e fusion, ma, esattamente, da dove arrivano gli anacardi? Ovviamente non nascono già impacchettati, ma forse ancora in pochi sanno che in origine questi piccoli e saporiti snack formano un tutt'uno con un altro frutto: il caju. Morbido, dolcissimo, con un retrogusto astringente, questo frutto tropicale è ancora poco diffuso in occidente, a differenza dei suoi “figli”, gli anacardi, prodotti molto affermati nel commercio internazionale di frutta secca.
Due frutti in uno
Di media dimensione e con un buccia che varia dal rosa all'arancio rosso al viola giallo, di caju ne esistono 20 specie che differiscono per sapore e consistenza della polpa che è generalmente morbda e molto dolce con un retrogusto astringente. Questa pianta è originaria del Brasile, precisamente della zona Amazzonica, e si è diffuso in tutto il mondo a partire dal 1500.
Il termine “caju” deriva da “acaiu”, cioè “noce che si riproduce”. È composto da due parti, il frutto vero e proprio e il suo pseudofrutto che è la parte che viene venduta come frutta secca, ma può essere mangiata anche cruda. Il corpo principale è molto delicato e dev'essere acquistato fresco senza ammaccature sulla buccia. La sua polpa viene utilizzata per creare succhi, dolci, frutta sciroppata, gelati, liquori, sciroppi e aceto. La “piccola castagna” invece, conosciuta come anacardo o con il suo nome internazionale “cashew nut” si utilizza principalmente come snack, ma da essa si può ricavare un ottimo olio commestibile e la farina. Persino la buccia dell'anacardo trova un suo utilizzo: molto dura e piena di olio viscoso viene trasformata e impiegata come materia prima per l'industria.
Proprietà del caju
Iniziano ad essere molto noti i benefici derivanti dall'utlizzo sia alimentare che cosmetico dell'olio ottenuto dall'anacardo, sia fresco che secco. Poco conosciute invece sono le proprietà della polpa di caju: il suo contenuto di vitamina C è pari a 5 volte quello degli agrumi, ad esempio il limone o l'arancia. È inoltre fonte di proteine, fibre, carboidrati e possiede i minerali essenziali come fosforo, magnesio, potassio e zinco. È anche ricco di vitamina K. Ha propietà antifiammatorie e antibatteriche, le foglie e le radici possono essere impiegate per curare malattie della pelle come eczemi e psoriasi. È inoltre antiossidante e aiuta a contrastare disturbi gastrointestinali. Indicato per l'impotenza maschile, nella medicina tradizionale è da sempre usato per prevenire e combattere le malattie veneree. Infinela “acaju membrana”, un sottile film a base di succo di caju utilizzato come cicatrizzante per le ferite o contro le ustioni. Lasciando il succo a riposo da 15 a 30 giorni la fermentazione crea naturalmente questa pellicola che applicata sulla parte necessaria vi aderisce perfettamente formando una seconda pelle.
Il caju, una pianta da Guinness
In Brasile, esiste un cajueiro, la pianta da cui nasce il caju, entrato nel libro dei Guinness dei primati: 8500 metri di superficie, 500 metri di diametro e una produzione annua di 80.000 anacardi. Numeri assurdi ma reali, conseguenza di una malformazione genetica che continua a dare i suoi frutti. Piantato nel 1888 da un pescatore, morto poi all'eta di 93 proprio sotto l'ombra del suo enorme albero, è visibile ancora oggi recandosi a 12 km a sud di Natal nella nota cittadina turistica Pitangi do Norte.
Ricette
Per utilizzare gli scarti del succo di caju, ecco una ricetta messa a punto dal Senar (Servizio Nazionale di Apprendistato Rurale) con Embrapa (il laboratorio della Società Brasiliana di Ricerca Agricola).
- Ingredienti (per circa 10 hamburger)
- 4kg di Caju fresco (senza il picciolo)
- 150g di farina di grano
- 1 tazza da tè di prezzemolo, erba cipollina e nepitella triturati finemente
- 1 peperone medio triturato
- 2 pomodori triturati
- 1 cipolla media triturata
- ½ testa di aglio
- pepe q.b
- sale q.b.
- Preparazione:
Lavare bene i Caju, aggiungere un poco di acqua e frullare. Colare il tutto per separare il succo da bere. Quel che ne rimane è la fibra (più o meno 750g). Collocare la fibra in una pentola e condirla con l’aglio, la cipolla, il pomodoro , le erbe triturate, il peperone, il pepe e il sale. Soffriggere per circa 10 minuti. Togliere dal fuoco e mettere il tutto in un vassoio grande per far raffreddare. A questo punto, aggiungere la farina di grano e stendere per dare poi la forma di un Hamburger aiutandovi con una tazza da tè. Cucinarlo infine in padella con un po' di olio, su una piastra calda oppure sulla una griglia.