08 novembre 2022

Cambia la geografia della frutta italiana

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Colture tipiche di un territorio si spostano più a sud e varietà tradizionali vengono sostituite da altre, anche straniere, per accogliere le richieste dei consumatori e abbassare i costi di produzione.

Il kiwi trova casa in Puglia

È il caso dell’actinidia che, in calo nelle regioni finora vocate alla coltura nel centro nord Italia, a causa della moria, trova nuova casa in Puglia. Così come le varietà di uva da tavola che stanno lasciando il posto a quelle senza semi perché più semplici da consumare. A ciò si aggiunge l’aumento di produzioni esotiche come avocado, mango e frutto della passione in Sicilia. Lo rileva K-Adriatica a seguito di una serie di incontri in aziende agricole italiane in cui sono emerse le nuove tendenze della frutta made in Italy.

“La Puglia, regione leader nella produzione di uva da tavola italiana – si coltiva il 70% di quella nazionale su una superficie di circa 25mila ettari – sta attraversando un momento di difficoltà per gli elevati costi di produzione non retribuiti in modo sufficiente agli agricoltori, oltre alla difficoltà di reperire manodopera”, evidenzia l’amministratore delegato di K-Adriatica Giovanni Toffoli che aggiunge: “Dai nostri incontri sul territorio, per parlare di gestione delle piante da frutta, è emerso l’incremento di imprese agricole pugliesi che da alcuni anni stanno sostituendo le tradizionali varietà con quelle apirene e addirittura con impianti di kiwi gialli e verdi per una più facile gestione e costi di produzione più contenuti. È evidente che si sta delineando una nuova geografia della frutta in Italia”.

L’actinidia, peraltro, si sta spostando al sud Italia: ne è un esempio la Calabria che, a fronte di un calo di superfici nelle regioni del nord vocate alla coltura, registra, secondo il Cso Italy, un +6% nel 2021 rispetto all’anno prima.

L'avocado trova terreno fertile in Italia

Un’altra coltura che si sta sviluppando in Italia è quella dell’avocado. Anche se non esistono ancora statistiche ufficiali, nel nostro Paese sono presenti diversi impianti produttivi con un aumento nelle regioni del sud, specie in Sicilia con sostituzioni di piante di agrumi. I consumi di acquisto domestico di avocado in Italia, secondo i dati di GfK Italia, sono più che triplicati nel corso degli ultimi cinque anni arrivando nel 2021 a +35% dei volumi con oltre 16mila tonnellate rispetto all’anno prima.

“I cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione sono destinati a modificare la mappa della frutta italiana e i consumi nel prossimo futuro – precisa Maria Rosaria Stile, research & development manager di K-Adriatica – L’unica soluzione per fronteggiare l’impatto negativo che tali cambiamenti hanno sull’agricoltura, e le conseguenti ricadute economiche, risiede in una consapevole e sempre più attenta pianificazione delle coltivazioni, delle operazioni colturali e della gestione dei suoli. Tenendo conto delle previsioni stagionali di temperatura e precipitazioni, si dovranno privilegiare colture e varietà più adattabili alle mutate condizioni. Sarà cruciale la gestione agronomica per non disperdere l’umidità dei suoli, preservandone la fertilità e favorendo la biodiversità. Come sarà cruciale la scelta dei piani di concimazione caratterizzati da una migliorata efficienza d’uso di acqua e nutrienti per consentire alle colture di sfruttare al meglio le ridotte risorse disponibili”.

“È in quest’ottica – conclude Maria Rosaria Stile – che l’unità R&D di K-Adriatica lavora per creare formulati che forniscano alle colture gli strumenti per contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Dai biostimolanti con molecole bioattive di origine vegetale per migliorare la resilienza delle colture a quelli per contrastare gli effetti della salinità, sempre con l’obiettivo finale di mantenere elevati standard di produzione sia in termini quantitativi che qualitativi”.

Fonte: K-Adriatica

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