Le conseguenze del cambiamento climatico sull'agricoltura e in generale sulla crisi della coltura della pera e le possibili soluzioni che arrivano dall'agritech. Temi affrontati da Matteo Beccatelli, imprenditore, fondatore della startup Plantvoice ed esperto del settore, che tra i suoi clienti ha tantissime realtà italiane.
Pere da salvare
In Italia gli ettari dedicati alla coltivazione delle pere sono pari a 29 mila, di cui l'80% circa in Emilia Romagna. La produzione annua di pere si aggira attorno a 500mila tonnellate, con un valore economico che si aggira intorno ai 400-450 milioni.
A minacciare i produttori di pere, però, ci sono alcune malattie: la ticchiolatura (Venturia pyrina), la psilla del Pero (Cacopsylla pyri) e il fire blight (Erwinia amylovora). Ma esistono soluzioni possibili come quella di Pcfruit (Belgio), una startup belga, che ha sviluppato un sistema che utilizza droni con sensori spettrali per monitorare i frutteti di pere e identificare precocemente le infezioni da fire blight, migliorando la precisione degli interventi e riducendo la necessità di controlli visivi tradizionali.
Coltivare i frutti di bosco senza rischi
Qualche numero. I frutti di bosco, come fragole e lamponi, sono particolarmente vulnerabili a malattie come la muffa grigia e l’antracnosi, oltre che agli attacchi degli afidi.
Si tratta di una produzione di nicchia per l’Italia ma in crescita, e ci interessa per la sua particolare delicatezza. La superficie coltivata a frutti di bosco si estende su circa 10mila ettari, con un valore di produzione stimato intorno ai 250-300 milioni di euro. È in espansione soprattutto la produzione biologica e di alta qualità destinata all'export.
Le malattie
La muffa Grigia (Botrytis cinerea) attacca i frutti, causando marciume, soprattutto in condizioni di umidità elevata. L’antracnosi (Colletotrichum spp.) provoca macchie nere su foglie e frutti. E gli afidi danneggiano le piante succhiando la linfa e trasmettono virus. Se per tenere lontani questi ultimi possono bastare reti antinsetto, l’uso di sensori e una buona ventilazione in serra aiutano a mantenere sotto controllo l’umidità.
La soluzione tecnologica
Nebulizzatori per l’applicazione di fungicidi specifici e insetticidi biologici, insieme all’introduzione di predatori naturali come le coccinelle, rappresentano strategie efficaci per la protezione delle colture. Per esempio, BioPhero (Danimarca) produce feromoni naturali per disturbare il ciclo di accoppiamento degli insetti nocivi, come la mosca dell'olivo (Bactrocera oleae), riducendo la popolazione senza l'uso di sostanze chimiche.
Per ogni problema una soluzione hi-tech
I problemi fitosanitari, dunque, continuano a rappresentare una sfida significativa per la produzione agricola, ma le soluzioni ci sono e molte arrivano dall’AgriTech. L’adozione di tecniche preventive avanzate, come il monitoraggio climatico e l’uso di sensori, combinata con trattamenti mirati e sostenibili, può contribuire in modo significativo alla gestione efficace di queste malattie.
Le innovazioni tecnologiche, algoritmi, sensori, atomizzatori di precisione e soluzioni di lotta biologica, potenziati dalle tecnologie smart, offrono oggi strumenti potenti per migliorare la produttività e la salute delle colture, garantendo una produzione agricola più sicura e sostenibile (anche sul fronte dell’economia).
Fonte: Plantvoice