E-commerce, vertical farm, locker refrigerati. Sono stati alcuni dei temi dibattuti durante la terza edizione di Fresh Retailer: Show&Conference. Innovazione, quindi, tema sempre attuale quando si parla di grande distribuzione organizzata e ortofrutta. E ad aprire le danze e a fornire stimoli non a caso poi ripresi e citati da un po' tutti coloro che sono saliti sul palco degli East End Studios di Milano, è stato un manager italiano, ma che da sempre lavora all'estero, in questo momento negli Usa: Alex Tosolini, senior vice president new business development dell'insegna Kroger.
La formula dell'evento, ideata dal giornalista Eugenio Felice e dalla testata che edita e dirige, vale a dire FM, che apre di fatto la stagione degli incontri e convegni dove l'ortofrutta recita un ruolo di primo piano, è la stessa delle prime due edizioni: tavole rotonde e approfondimenti che si intervallano a momenti di networking tra fornitori e buyer, con la presenza di alcuni produttori ortofrutticoli che espongono le loro novità. E si è confermata anche questa volta ben riuscita, nonché gradita vedendo il numero dei partecipanti che hanno affollato sin dal primo pomeriggio di venerdì 29 settembre gli ampi spazi ristrutturati di quello che un tempo era un edificio della periferia est milanese dove si costruivano aeroplani.
“Come affrontare un modello di consumo che sta cambiando completamente?” ha affermato Tosolini. Ed è in fondo, anche se con qualche anno di ritardo, quello che sta succedendo anche nel vecchio continente. C'è chi ha illustrato (Luca Travaglini, responsabile Farm Tech Division Travaglini) i grandi benefici che produttori, consumatori e retailer potrebbero trarre dall'introduzione delle vertical farm, chi ha mostrato (William Pagani, direttore marketing Epta Group) come i locker refrigerati potrebbero dare una grossa mano a chi vuole davvero affrontare quell'omnicanalità di cui tanto parla chiunque.
Non è facile, però. L'impressione di essere nel mezzo di un fecondo, ma anche confuso, periodo di transizione dove non è chiaro come prendere le nuove direzioni che il mercato richiede, si è percepito in modo nitido negli interventi di un po' tutti gli esponenti della Gdo saliti sul palco.
La parola “e-commerce” è stata un po' come il prezzemolo, evocata da tutti. “Qualcuno diceva che l'ortofrutta si può scegliere solo dal vivo e che non l'avrebbe mai comprata nessuno on line. Abbiamo scoperto che era un falso mito” ha sottolineato Gian Maria Gentile, direttore digitale Unes/U2: loro sono stati i più “disruptive” di tutti, accordandosi con Amazon Prime Now, “il nemico”. Oggi hanno in vendita 210 referenze dell'ortofrutta su quel canale e “l'incidenza del reparto sulle vendite on line è in linea con quella degli store fisici”.
Ovviamente la sfida dell'e-commerce è molto bella da dibattere, ma difficile da mettere in atto per chi ha comunque modelli culturali, prima ancora che organizzativi, legati all'off-line e non al virtuale, come un po' tutta la Gdo nostrana. “L' e-commerce oggi è anche un atteggiamento, fa moda, trend, quindi tutti noi diciamo di votare per la svolta digitale. È in atto una rivoluzione copernicana ed è giusto seguirla” ha commentato, ad esempio, Giovanni Panzeri, responsabile freschi di Carrefour Italia. “Ma il modello di business va ancora valutato, siamo alla preistoria”.
Dalla survey condotta da SG Marketing, partner dell'evento, sono emersi molti dei temi che certificano il cambiamento in atto: da quello dei consumi a quello dei formati distributivi – basta iper, bisogna puntare su superstore e discount, e ovviamente sull'on-line, dicono category e buyer della Gdo – passando per la grande richiesta di prodotti legati al territorio che vanno comunicati, sia in store che on line. “Per il reparto ortofrutta più che parlare di taglio dei costi è meglio parlare della consapevolezza dell’importanza dell’investimento in questo settore” ha evidenziato Luca Boselli, Ad Finanza di Lidl Italia. Tutto deve cambiare, ad esempio la logistica, che deve riuscire a raccogliere le sfide dell'omnicanalità, nonché il packaging, sempre più decisivo per rispondere a molte delle richieste da parte degli attuali consumatori.
Insomma, la voglia, se non proprio l'esigenza, di dover cambiare c'è. Quella di investire con coraggio, facendo anche da apripista, incontra forse maggiori resistenze. Anche se, secondo la giuria dell'evento che ha deciso anche quest'anno di premiare la miglior Gdo d'Italia, vale a dire quella composta dai fornitori del settore ortofrutta, c'è chi ha fatto meglio degli altri. Spazio, quindi, al premio Top Fresh Retailer: la catena più innovativa è Lidl Italia, quella con il miglior reparto ortofrutta Alì Supermercati, nel centro-sud spicca anche quest'anno Conad PAC 2000A, ed infine il premio più prestigioso, quello che premia la miglior catena d'Italia, il Top Fresh Retailer, è anche quest'anno Esselunga.