La società di Bolzano Gianni Bio il 4 maggio ha avviato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd. Una raccolta di capitali per creare nuovi sbocchi per l'attività legata al biologico che svolge nei negozi del brand e con le consegne online. Oltre a sostenere la società permette di acquisire delle quote di Gianni Bio divenendo pienamente parte di questo modello beneficiando della sua crescita. Nello specifico la raccolta punta ad allargare la rete di vendita sul territorio e ampliare il settore di fornitura alle strutture alberghiere.
Stefan Oberkofler è uno dei fornitori di Gianni Bio. Ha 29 anni e un terreno ad Avigna a mille metri sul livello del mare in provincia di Bolzano. Patate, fragole, radicchio, rape, topinambur e albicocche sono solo alcune delle sue colture. Molte di queste sono approvvigionamento costante dei negozi del brand Gianni Bio presenti a Bolzano. La catena che ha recentemente aperto un nuovo punto vendita in viale Druso a Bolzano. “È incontrando direttamente i produttori che si può comprendere esattamente la filosofia del biologico”. Parole di Nicola Bottazzo, Giovanni ed Andrea Paiarola. I tre soci che hanno fondato l'azienda che il quattro maggio avvierà una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd. Stefan Oberkofler risponde alle domande e spiega la sua filosofia aziendale basata sul biologico.
Una larga parte dei tre ettari di Oberkofler è coltivata con una particolare fava. Come mai?
“Questa pianta è naturalmente ricca di azoto naturale. Una volta arrivata a maturazione la terra viene smossa e la fava sminuzzata e trinciata. In questo modo non hai bisogno di fertilizzanti artificiale. Chiaro, per farlo devi tenere improduttiva una certa superficie per alcune settimane. Economicamente sul breve periodo ovviamente non conviene. Sul lungo periodo, però, senza questo procedimento la terra si impoverisce e perde di qualità. La differenza si vede ad occhio nudo. Alla terra puoi decidere di prendere o dare. Se prendi sempre prima o poi lei non avrà più nulla di valido da darti. Questa particolare procedura si chiama sovescio ed è fondamentale. La più importante”.
La paura della siccità anche nel biologico
“Abbiamo bisogno di pioggia perché temiamo che le sorgenti possano prosciugarsi. Al momento non siamo ancora in una fase così critica ma la poca neve sta riducendo molto gli apporti dalla Val Sarentino. I nostri campi hanno un sistema di irrigazione misto: alcune colture sono a goccia ed altre a getto. In alcuni casi dipende anche dal grado di pendenza del terreno perché la distribuzione a goccia può determinare una distribuzione non omogenea dell’acqua. Sono tutti elementi che vanno valutati con attenzione quando c’è una certa scarsità di approvvigionamento”.
L’innovazione con la soia
“Parlando con i ragazzi – continua Oberkofler – abbiamo deciso di provare questa coltivazione arrivando a 50 chili il primo anno con la prima semina. La scorsa estate sono stati 270 chili e ora vediamo come andrà questo 2023. A questa altitudine è più complicato perché la soia ha bisogno di temperature più alte. Così ci siamo orientati verso varietà più precoci piantando a maggio e raccogliendo a settembre. E’ bello poter sperimentare seguendo anche quelli che possono essere i suggerimenti del mercato al dettaglio. Ci si sente parte del progetto e non solo dei fornitori qualsiasi”.
Il 20% della produzione a Gianni Bio
“Ogni anno Gianni Bio acquisisce da Ausserbrunner circa 20 tonnellate di patate e 4 tonnellate di cereali oltre a fragole, albicocche e altre varietà di verdure coltivate su superfici più ridotte. Rappresentano il 20% delle nostre forniture globali – quantifica Oberkofler – e questo ha un duplice vantaggio. Da una parte sappiamo che una larghissima parte dei nostri prodotti finiscono in negozi a chilometro a zero e dall’altra siamo parte di un circuito economico locale virtuoso. Ci aiutiamo a vicenda con amore per il territorio e condivisione dei valori fondanti”.
Fonte: Gianni Bio