Sempre più energia pulita dai campi. Si succedono gli avvisi di nuovi investimenti rilevanti nel territorio. Enel a Caserta nel nuovo impianto in costruzione annuncia una potenza di circa 13,5 MW che consentirà di ridurre l’emissione in atmosfera di oltre 10.500 tonnellate di CO2 l’anno, garantendo la fornitura di energia elettrica rinnovabile a oltre novemila famiglie.
Interessante anche il caso studio relativo alla coltivazione delle lenticchie e dello zafferano a Colfiorito in Umbria, nei terreni dell’azienda agricola La Valletta, dove è stato avviato il primo di cinque siti dimostrativi che rientrano nell’iniziativa italiana Agrivoltaico Open Labs di Enel Green Power.
Tutto bene? Non proprio. Nei mesi scorsi su myfruit.it la notizia sulla mappa Enea sul potenziale agrivoltaico nazionale su scala regionale. Uno strumento per supportare le amministrazioni nella pianificazione dello sviluppo del settore. Una carta elaborata da un team di ricercatori del centro ricerche Enea di Portici su criteri di minimizzazione dell’uso del suolo e ottimizzazione della produzione energetica e agricola. Peccato che il decreto sulle aree idonee per le fonti rinnovabili non sia ancora stato trasmesso alla Conferenza Unificata delle Regioni. Manca e serve la concertazione, in caso contrario si allungano i tempi.
A Caserta l’agrivoltaico convive con l’avena
Il parco agrivoltaico di Caserta è interessante perchè minimizza lo spazio occupato dai pannelli soprattutto a sviluppo verticale e in grado di assorbire energia da entrambi i lati (moduli bi-facciali) che saranno montati su strutture capaci di inseguire il movimento del sole nel corso della giornata (i cosiddetti tracker mono-assiali), in modo da massimizzare la quantità di energia rinnovabile prodotta.
L’agricoltura convive con l’impianto. Si può coltivare di tutto, i test hanno promosso per esempio cavoli, melanzane e lattughe, ma a Caserta tra le strutture di sostegno dei moduli fotovoltaici verranno coltivate avena, veccia, orzo. Da Enel Green Power sottolineano: “Grazie all’integrazione virtuosa tra la produzione di energia rinnovabile e coltivazioni selezionate sulla base del sito specifico, questo impianto contribuirà al raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica del Paese prevedendo al contempo un uso efficiente e multiplo del suolo“.
A Colfiorito la superficie coltivabile supera il 90%
L’impianto agrivoltaico pilota di Colfiorito, siamo in Umbria, ha una potenza massima di 44kWp (kilowatt picco), tecnologia sviluppata dalla start-up italiana Sentnet, con moduli “fotovoltaici bifacciali che hanno una struttura fissa verticale, quindi a minimo ingombro, disposti in modo da non creare ombreggiamenti alle file di pannelli parallele. Questo tipo di tecnologia promuove un’integrazione massiva delle attività agricole con superficie coltivabile maggiore del 90%“.
Questo tipo di impianto permette di non abbondare l’attività agricola e nello specifico di questo sito tra i pannelli si coltivano lenticchie e zafferano. Non si tratta di innovazione, ma di “prodotti perfettamente integrati con il business dell’azienda che si occupa di queste colture da anni, e ora lo fa insieme alla produzione di energia rinnovabile. L’impianto rispetta le esigenze delle singole colture, tutte le lavorazioni agricole sono effettuate con macchine standard. Il primo raccolto è arrivato ad agosto per le lenticchie e ad ottobre ci sarà quello dello zafferano”.
Una transizione che guarda avanti liberandoci dalla dipendenza e dalle conseguenze negative degli idrocarburi ma conserva la tradizione con il proseguimento della cura delle colture aziendali.