A seguito del servizio del Tg1 sul caporalato nella Piana di Catania, andato in onda giovedì scorso, Op Rosaria ha diffuso una nota stampa nella quale ha precisato: “Le immagini prodotte dal Tg1 delle ore 20 di giovedì 18 marzo nel servizio sul caporalato nella Piana di Catania, sono immagini di repertorio che risalgono a riprese fatte dalla Rai nei terreni agrumetati di Op Rosaria oltre un anno fa, nei primi giorni di febbraio del 2020, e nulla hanno a che fare con i contenuti dell'intervista fatta dalla giornalista Eleonora Mastromarino nel corso del servizio andato in onda il 18 marzo”.
Il commento e le scuse della Rai
In merito al servizio andato in onda sul Tg1 nazionale delle 20 del 18 marzo scorso, sul tema dello sfruttamento dei braccianti nella Piana di Catania, la Rai ha scritto un messaggio a Op Rosaria di Belpasso, il cui marchio era apparso in alcune immagini del servizio, per precisare al presidente della Organizzazione di Produttori, Aurelio Pannitteri, “che nel montaggio del servizio sono state erroneamente utilizzate immagini di repertorio registrate in tempi precedenti”.
“Il servizio – precisa la nota Rai – non intendeva fare riferimento alla società Pannitteri e al prodotto Arancia Rosaria. Ci scusiamo per l’inconveniente e rimaniamo a disposizione per approfondimenti”.
Selvaggi: “Fenomeno da denunciare”
“Il caporalato e lo sfruttamento del lavoro sono pratiche ignobili e reati gravi che vanno accertate e perseguite dalle autorità preposte e denunciate da chi le subisce, in modo tale che magistratura e giustizia facciano il loro corso appurando le responsabilità. Grazie al servizio della giornalista Rai Eleonora Mastromarino abbiamo purtroppo avuto conferma che esistono ancora imprenditori senza scrupoli a fronte di centinaia di altri, la maggior parte, che nel comprensorio etneo danno lavoro vero e non lavoro nero”, così Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania e del Consorzio di Tutela della Arancia Rossa di Sicilia Igp ha commentato per Catania Today il servizio andato in onda sulla Tgr Rai e sul Tg1.
“Chi non rispetta le regole va condannato due volte, la prima perché infrangendo la legge lede i diritti e la dignità dei lavoratori, la seconda perché getta discredito su un comparto che, pur tra mille difficoltà legate all’emergenza sanitaria e non solo, rappresenta una larga fetta del Pil dell’Isola. La legge sul caporalato, così com'è adesso, espone a rischi anche aziende che nulla hanno a che vedere con lo sfruttamento. Basta affidarsi a una cooperativa sbagliata, che non rispetta le norme per trovarsi proprio malgrado invischiati. Da tempo, con le altre organizzazioni di categoria, chiediamo una revisione della legge 199 del 2016 per meglio combattere l'odioso fenomeno del caporalato. Da presidente di Confagricoltura Catania e presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia mi farò carico di proporre l’espulsione immediata dalla confederazione e dal consorzio che presiedo di aziende o imprenditori associati che si macchiano di caporalato. Cresciamo insieme grazie al lavoro e all’economia sana di cui la maggior parte degli imprenditori agricoli catanesi sono portabandiera”, ha concluso Selvaggi.